La Nuova Sardegna

La grande lezione dell’eroe ritrovato Vittorio Palmas

di Luciano Piras
La grande lezione dell’eroe ritrovato Vittorio Palmas

Lo spettacolo di Paolo Floris in tour nell’isola per celebrare la Giornata della memoria 

19 gennaio 2022
5 MINUTI DI LETTURA





Vittorio Palmas era seduto in soggiorno. Era una domenica. Il nonnino aveva 103 anni, allora, e quella mattina stava seguendo la santa messa trasmessa in tv, nella sua casa di Perdasdefogu. «La figlia mi ha fatto il caffè – racconta Paolo Floris –. Siamo rimasti in silenzio. Sono riuscito a fargli una sola domanda: ma lei ha fatto la guerra? “Purtroppo” mi ha risposto. Tutto qui, non una parola di più, finita la chiacchierata» sorride il giovane attore regista di Paulilatino. Eppure è bastata quella parola per cominciare un nuovo percorso. Floris è tornato da Palmas altre tre o quattro volte e ogni volta ascoltava e faceva sua la storia di quell’uomo magro vivo per appena due chili. Sopravvissuto al campo di concentramento di Bergen Belsen (lo stesso di Anna Frank). La storia di Vittorio Palmas, appunto, già raccontata da Giacomo Mameli nel libro “La ghianda è una ciliegia” (Cuec 2006; Il Maestrale 2021), vincitore del Premio Orsello per la letteratura nel 2007, presidente della giuria Sergio Zavoli. Un romanzo che dà voce ai dimenticati della Seconda guerra mondiale, un romanzo che riscrive la Storia attraverso le vicende di tanti eroi sardi.

«Davanti a zio Vittorio mi sono trovato in difficoltà – va avanti Floris –, la sua è la storia di un antieroe, la sua è la storia di un grande». Come Gramsci o come Einstein, davanti ai quali sarebbe stato davvero imbarazzante poter fare domande. Per questo la vicenda dell’ultracentenario ogliastrino è diventata una storia simbolo ideale per la Giornata della memoria. “Storia di un uomo magro” è il titolo dello spettacolo firmato da Paolo Floris, frutto dell’incontro con Ascanio Celestini, oltre che con Giacomo Mameli. Il giornalista scrittore ha riportato alla luce i fatti, Floris li ha portati in giro per l’Italia e mezza Europa, dalla Toscana al Lazio, da Malaga a Parigi. Un successo che dura da anni, anche grazie al sostegno della Fondazione di Sardegna che fin da subito ha creduto nel teatro di narrazione messo in piedi per il palcoscenico. Non a caso è la stessa Fondazione a finanziare anche in questo 2022 il tour organizzato dall’Associazione Pane e Cioccolata per la prossima Giornata della memoria. Quindici rappresentazioni, in 13 centri dell’isola (si comincia oggi da Tortolì e si chiuderà il 2 febbraio a Sassari, dopo aver fatto tappa a Lanusei, Oschiri, Buddusò, Nuoro, Dorgali, Mamoiada, Oristano, Orgosolo, Cagliari, Sant’Antioco e Muravera). «Saranno coinvolti oltre 1.600 studenti tra scuole medie e superiori» ha spiegato Mameli, ieri in conferenza stampa all’Hotel Sandalia di Nuoro per presentare l’intero programma. Con lui, oltre all’attore regista Paolo Floris, anche Franco Carta, Fondazione di Sardegna; Luigi Crisponi, assessore della Cultura del Comune di Nuoro («la storia di Vittorio è una storia che appartiene a tutti noi»); Roberto Carta, sindaco di Oschiri; e Sebastiano Virdis, docente dell’Istituto tecnico economico di Buddusò («siamo ben felici di ospitare l’evento, gli studenti aspettano con entusiasmo»).

«La Sardegna è stata presente nella guerra di Liberazione più di quanto crediamo e di quanto raccontiamo» ha sottolineato Mameli. Che cita Aldo Borghesi, professore di Storia contemporanea all’Università di Sassari: «I partigiani sardi sono stati circa 3.500, e sono stati tra i 150 e i 200 le vittime nei lager o comunque assassinati dai nazisti». Vittorio Palmas è tornato a casa per miracolo, per quei due chili che gli hanno salvato la vita. «I prigionieri politici come lui – spiega Floris – venivano pesati ogni lunedì mattina. Chi pesava meno di 35 chili finiva nel forno crematorio. Un giorno Vittorio pesò 37 chili». «Sono vivo per due chili» raccontò l’uomo magro di Perdasdefogu, morto due anni fa poco prima di compiere 106 anni. «Sono vivo per due chili»: cinque parole che hanno cambiato il senso della Storia, che lasciano impressa la memoria alle generazioni future. E la sua è soltanto una delle tante storie di eroi sardi. «Nelle colline della Toscana – è l’esempio che Mameli porta subito all’attenzione – una mattina vennero massacrati tre partigiani: uno di Nuoro, Francesco Piredda; uno di Ulassai, Adriano Vargiu; e uno di Ruinas, Alfredo Gallistru». Erano i componenti della banda di Ariano, particolarmente attiva nella Resistenza.

«Bisogna dare atto all’Anpi di Nuoro che qualche anno fa ha finanziato il libro “Pitzinnos, pastores e partigianos”, un lavoro colossale di Piero Cicalò, Pietro Dettori, Salvatore Muravera e Natalino Piras. A loro il merito di aver raccolto storie dimenticate» va avanti Giacomo Mameli. «È da queste “semplici storie” che la Sardegna può trarre esempio per non dimenticare». Come è successo con il partigiano 24enne Francesco Salis, di Jerzu, massacrato dai fascionazisti sull’altare di una chiesa del Monviso, al confine tra il Piemonte e la Francia... eppure dimenticato, se non fosse per una via che il suo paese d’origine gli ha intitolato nel centro storico. «Eccolo lo scopo della Giornata della memoria: ricordare questi personaggi che sono stati grandi. Come zio Vittorio». Paolo Floris lo fa utilizzando quel potente mezzo di comunicazione che è il teatro di narrazione. «La Fondazione di Sardegna ha raccolto la sollecitazione» testimonia Franco Carta. Tant’è che il 27 gennaio, data canonica voluta dall’Onu per commemorare le vittime dell’Olocausto, “Storia di un uomo magro” avrà un pubblico di 1.600 studenti in presenza e collegati in streaming. L’anno scorso, lo stesso spettacolo è stato visto da 40mila studenti solo in Lombardia. Quest’anno c’è una novità, un innesto: il gruppo a tenore Murales di Orgosolo canterà, nello spettacolo, per la prima volta in assoluto a Oschiri (il 21 gennaio, al teatro comunale) il sonetto “Cantigu de soldadu mortu”, scritto da Mario Pinna, oschirese classe 1912, professore di Letteratura italiana e comparata alle Università di Madrid e di Padova e poeta in limba sarda, morto a Ferrara nel 1997, ricordato con parole di grande ammirazione dal sindaco Roberto Carta.

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative