La Nuova Sardegna

Maria Amelia Monti: «Le donne di Ginzburg sgangherate ma toste»

di Alessandro Pirina
Maria Amelia Monti: «Le donne di Ginzburg sgangherate ma toste»

L’attrice milanese in tour nell’isola con “La parrucca” «La Tv delle ragazze? Allora c’erano più creatività e libertà»

30 marzo 2022
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Con la sua ironia ha conquistato una tv che lei stessa ricorda come “libera e creativa” per distinguerla da quella di oggi, fatta di format che si rifanno ad altri format. Maria Amelia Monti fa parte di quel gruppo della “Tv delle ragazze” capitanate da Serena Dandini da cui è venuto fuori il meglio della comicità femminile degli ultimi 30 anni: Guzzanti, Finocchiaro, Reggiani, Costa, Scattini e tante altre. Ora l’attrice milanese arriva in Sardegna sotto le insegne del Cedac - il 3 aprile a Oristano, il 5 a Lanusei, il 6 a Olbia e il 7 a Tempio - con una pièce in cui ironia e leggerezza si mescolano ad amarezza e dramma. Monti sarà in scena con Roberto Turchetta in “La parrucca”, la regia di Antonio Zavatteri, che accosta due testi di Natalia Ginzburg, appunto “La parrucca” e “Paese di mare”.

Monti, chi è Betta?

«È un personaggio di quelli di cui scrive sempre Natalia Ginzburg. Una donna stropicciata, sgangherata, nulla a che vedere con le donne forti e autonome che siamo abituati a vedere. Lei è l’opposto, ma ciononostante riesce a tenere testa alla vita attraverso una pulizia di pensiero. Io sono un’appassionata di Ginzburg. È come se descrivesse sempre lo stesso personaggio mettendolo in più situazioni».

Il matrimonio di Betta con Massimo è in un vicolo cieco.

«La loro è una coppia degli anni Sessanta. C’è ancora la concezione che il marito comanda e la moglie gli va dietro. È una coppia che non ha ancora conosciuto il pensiero del ’68: divorzio, aborto, Freud, femminismo. A un certo punto arrivano in questo paese di mare in cui non sembra sia successo niente, ma in realtà viene sfiorato dal nuovo pensiero del ’68. Loro non se ne rendono conto ma il nuovo vento produrrà cambiamenti».

Il suo primo incontro con Natalia Ginzburg risale a oltre 30 anni fa con “La segretaria”.

«Lo devo a Marco Parodi. Avevo 27 anni ed era la mia prima volta da protagonista a teatro. Parodi chiese alla Ginzburg i diritti e le fece il mio nome. E lei: “io non la conosco”. E lui: “guardi che fa televisione”. Ancora lei: “io non la guardo”. Allora chiese di vedere un provino. Venne con la figlia ad assistere a questa prova. Ero terrorizzata. Ma alla fine si presentò in camerino, era contenta, e ci abbracciammo».

Cosa rappresenta Ginzburg per la letteratura italiana?

«Era una donna molto semplice nella sua intelligenza. Non ha mai pensato di essere un genio come tanti suoi colleghi. Invece, negli anni è stato dimostrato che la sua scrittura era molto più moderna di quella di molti autori ritenuti geni».

Lei è un’attrice brillante, comica: quando ha capito che sapeva fare ridere?

«Il primo segnale alle elementari: piangevo e tutti ridevano».

La sua popolarità arriva con la Tv delle ragazze: che ricordo ha di quello show che ha sdoganato la comicità femminile?

«È stato un momento in cui la tv era molto più creativa, c’erano più libertà, voglia di ricerca. C’era ancora l’impressione di fare qualcosa di nuovo. Ma sinceramente non credo che le donne comiche esistano da quel momento. L’Italia ha una storia di attrici brillanti, da Franca Valeri a Bice Valori, da Tina Pica a Monica Vitti, fino alla Melato di molti film, che hanno avuto la bravura di imporsi sugli uomini. Quella della tv delle ragazze fu una rivoluzione che alcune attrici avevano già fatto anni prima».

Per anni in coppia con Gerry Scotti nella sit com di Canale 5. «Io non la volevo fare, fu Gerry a insistere. E così è venuto fuori un prodotto che oggi è un cult ma che ai tempi mi ha permesso di avvicinare al teatro gente che non c’era mai stata. È stata una avventura molto bella: in Italia la sit com è sempre stata considerata di serie B e dunque non c’era controllo, non c’erano funzionari che venivano a darci “consigli artistici”. Abbiamo avuto grande libertà di giocare».

Monti e Sardegna: qualche ricordo particolare?

«La vacanza con il mio primo fidanzato, Nicola Pistoia. Avevamo preso casa a Tempio Pausania e passavamo tutte le giornate in giro sulla Vespa».

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