La Nuova Sardegna

Africa Unite: «40 anni di reggae una festa a Sassari»

di Dario Budroni
Africa Unite: «40 anni di reggae una festa a Sassari»

Madaski, fondatore con Bunna della storica band, parla del nuovo tour e dei progetti per il futuro

30 aprile 2022
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Sarà un po’ come premere il tasto rewind. Le luci sulle loro teste, gli amplificatori portati al massimo, il pubblico che ondeggia a ritmo di reggae. Roba che non si vede da un pezzo. Gli Africa Unite, domenica, saranno i protagonisti della festa del Primo maggio che andrà in scena a Sassari sul prato verde dei giardini pubblici di via Tavolara. Per loro sarà una data dal sapore sicuramente particolare: la prima del nuovo tour, la prima dopo il lungo stop imposto dalla pandemia. «Sì, finalmente torneremo a suonare dal vivo – dice entusiasta Madaski, fondatore degli Africa Unite insieme a Bunna –. Lo scorso anno eravamo stati già protagonisti di alcune uscite, ma con una formazione variabile e un po’ limitata. Quello di Sassari, invece, sarà il primo concerto in cui ci ripresenteremo al completo».

Sono dunque giorni di grande attesa, in casa Africa Unite. Anche perché la storica band italiana, fondata a Pinerolo nel 1981, sta anche per lanciare il suo nuovo disco. Uscirà il prossimo 11 maggio e si intitolerà Non è fortuna, proprio come il singolo pubblicato pochi giorni fa. Il modo migliore per festeggiare gli oltre 40 anni di carriera. «Purtroppo, lo scorso anno non abbiamo potuto celebrare il quarantennale – sottolinea Madaski –. E quindi lo faremo quest’anno, nel 2022. Il nostro tour si chiamerà dunque così: 40+1».

Di nuovo live. Gli Africa Unite, di gran lunga la band più rappresentativa del panorama reggae italiano, sono particolarmente felici di tornare in Sardegna. «È una terra che conosciamo bene e che, negli anni, abbiamo girato in lungo e in largo – spiega il tastierista degli Africa Unite –. È una isola dalle forti caratteristiche, dove troviamo ogni volta un pubblico affezionato. Ci torniamo volentieri». L’occasione sarà quella del Primo maggio, della festa dei lavoratori, una ricorrenza che, come quella del 25 aprile, va difesa e costantemente riempita di significato. «Beh, il brano Il partigiano John è sicuramente il nostro inno, la canzone più importante. Siamo sempre particolarmente attenti a certe tematiche – dice Madaski, alias Francesco Caudullo –. Stesso discorso per la festa del Primo maggio. Una giornata in cui è fondamentale confrontarsi sui diritti dei lavoratori e sulla sicurezza nei posti di lavoro. Perché lavorare non può significare mettere a repentaglio la propria vita». Il concerto di Sassari sarà poi l’occasione giusta per spianare la strada al nuovo album, anticipato dal singolo Non è fortuna. Un brano che contiene un featuring di un certo spessoreo. E cioè quello con David Hinds, leader degli Steel Pulse, band britannica che ha profondamente influenzato Madaski e Bunna. «È un album molto ortodosso, molto Africa Unite – prosegue il tastierista –. Un disco molto reggae e che rappresenta, come dicevo, l’ortodossia della nostra musica e della nostra storia».

La festa. Gli Africa Unite si esibiranno domenica 1° maggio attorno alle 19 nel corso della grande festa organizzata dal Comitato primo maggio, composto da Acli, Uisp edEndas, con il patrocinio del Comune e il contributo della Fondazione di Sardegna. Sempre domenica, a partire dalle 16, a salire sul palco saranno inoltre Voka, Mowman, Federico Marras, BlackBoard, Lisandru, Rusty Punx, King Textone, Gianluca Venerdini, Ok Ba e molti altri ancora. La lunga maratona musicale, in realtà, comincerà il giorno prima, cioè sabato 30 aprile. In questo caso la star della serata sarà il rapper bolognese Tredici Pietro. Sul palco anche Forelock e Claudia Crabuzza, più The Jackal, Chiqui, Rigantanti e Clone 626. Sia sabato che domenica la festa del Primo maggio prenderà il via la mattina alle 10. In programma attività sportive, passeggiate, giochi per bambini, performance artistiche e appuntamenti culturali. Domenica alle 11, inoltre, un convegno su giovani e lavoro.

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