La Nuova Sardegna

Arrica, l’uomo che portò il Cagliari sulla luna

Enrico Gaviano
Arrica, l’uomo che portò il Cagliari sulla luna

Aneddoti e storie inedite nel libro “Mio papà, il padre dello scudetto” scritto dal figlio Stefano

08 giugno 2022
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La storia infinita dello scudetto del Cagliari si arricchisce di un nuovo capitolo. Stavolta il libro che rievoca quella stagione irripetibile è stato scritto da Stefano Arrica insieme a due giornalisti, Sergio Cadeddu e Gianluca Zuddas. “Mio papà, il padre dello scudetto” (edizioni Pluriversum, pagg. 240, euro 20) è la storia del grande Andrea Arrica, dirigente e poi presidente del Cagliari e in seguito guida del Coni regionale oltre che uomo d’affari dal fiuto incredibile e dal grandissimo successo. Nelle pagine si intreccia la storia della costruzione della squadra più sorprendente della storia del calcio italiano e quella della famiglia, in particolare il rapporto spesso conflittuale fra padre e figlio.

Qualcosa di simile la fece il medico sociale di quel Cagliari, Augusto Frongia nel libro uscito a metà degli anni ’70 dal titolo “Il campionato” in cui il professionista grande amico di Manlio Scopigno e angelo custode dei calciatori racconta la stagione d’oro e la famiglia e il rapporto con la sfortunata figlia.

Stefano Arrica regala però non solo i ricordi del papà, sorta di superman che aveva un’agenda straordinaria e con il telefono arrivava a tutte le personalità più influenti d’Italia e uomo che subiva il fascino delle donne, ma anche una dimensione intimistica del rapporto spesso burrascoso con il padre, oltre che della sua gioventù, e di cosa combinavano i ragazzi della Cagliari bene degli anni 70 e 80, e infine il suo successo come dirigente sportivo nel golf.

Il libro scritto a sei mani su Andrea Arrica è ricco di aneddoti, molti conosciuti altri davvero inediti su quel Cagliari. Intendiamoci, Andrea Arrica è stato l’uomo fondamentale prima nella promozione dalla B e poi nel tricolore cagliaritano. Senza di lui non ci sarebbe stato lo squadrone rossoblù e in Sardegna non sarebbe arrivato manco Gigi Riva. Quel ricordo è fra i più belli del libro: Andrea Arrica che nell’estate del 1963 va al Flaminio e chiude nell’intervallo di una partita della nazionale juniores in cui Riva stava giocando malaccio, l’affare con il presidente del Legnano Caccia. 37 milioni, una cifra esorbitante per le povere casse del Cagliari, squadra di serie B. Tanto che i dirigenti rossoblù si mostrarono contrari all’acquisto. Ma la cocciutaggine del dirigente arrivato in giovane età da Santu Lussurgiu fu decisiva.

Arrica fece colpi di mercato da maestro come quello al ristorante con i dirigenti della Fiorentina: scrissero su un tovagliolo di un ristorante i termini dell’accordo. Albertosi e Brugnera a Cagliari in cambio di Rizzo. Forse un po’ alticci per il vino bevuto durante la cena, i dirigenti gigliati si dimenticarono di quell’accordo, che però Arrica fece valere: a quei tempi le strette di mano e le firme fatte anche su fogli anonimi, avevano un valore di un impegno granitico. Nel libro tante chicche, anche il ricordo di diversi personaggi. Ultimo quello di Gigi Riva: «Per me Andrea Arrica è stato un fratello maggiore, un amico vero».
 

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