«Siamo attrici in trincea. La Meloni? Un modello che non ci rappresenta»
Sottili al debutto con “D.D.D! Donne, donnette...”
La sinossi recita così: due attrici che compongono un duo comico sull’orlo di una crisi di nervi tentano di riproporsi in un progetto artistico di prossima produzione, questa volta in veste individuale. E loro, Tiziana Troja e Michela Sale Musio, giocano alla grande sull’ambiguità tra la propria persona e il personaggio in “D.D.D! / Donne, donnette… donnacce!”.
È lo spettacolo con cui “Le lucide” sbarcano questa sera la Teatro Massimo di Cagliari (ore 18.30). Una produzione LucidoSottile, drammaturgia e regia di Tiziana Troja con Angelo Trofa, Valentina Fadda, Michele Sarti Michela Laconi, Valentina Puddu, Luca Massidda e Luca Cappai. «Per noi è un ritorno – spiegano le due artiste, amatissime in tutta l’isola e non solo per la loro verve comica e per i contenuti delle piéce, mai banali, anzi spesso provocatori –. Portiamo una nuova produzione che ci vede protagoniste a distanza di sei anni, da “Vere e sacrosante”».
La genesi è stata lunga, lo spettacolo era pronto per andare in scena il 9 marzo 2020, poi è successo ciò che tutto il mondo sa. Debutto rimandato. «Racconta la storia di due attrici chiamate a sostenere un provino e dove si rincorrono molti colpi di scena – commenta Tiziana Troja –. Compaiono i nostri personaggi più noti e uno nuovo, “Ming”, imprenditrice cinese interpretata da Michela». Metateatro che è anche teatro autobiografico? «Parla di noi, certo, ma in maniera romanzata. Le figure sul palco sono i prototipi delle attrici e di certi cliché. Per esempio? Perlomeno in Italia, c’è molta misoginia fra i registi che provinano».
Se proprio devono dare un’etichetta, le Lucide parlano semmai di «teatro di emergenza. Ci siamo sempre occupate di minoranze e le donne non sono da meno. Ci riferiamo alle discriminazioni legate a prospettive, vita sociale, famiglia, scuola, lavoro, pari diritti. Una condizione che ha bisogno ancora di essere raccontata. Noi lo facciamo a teatro». Questioni di sostanza e non di facciata, denunce vere e proprie e prese di posizione molto nette. Dicono: «Che ci sia la Meloni presidente del consiglio non ci sposta di una virgola, considerato che porta avanti slogan beceri e maschilisti a noi lontani. Non basta essere donna e avere potere per giustificare cose ingiustificabili. È un modello che non ci interessa: le quote rosa non ci piacciono».
“Donne, donnette… donnacce!” si prepara a breve al debutto transatlantico. Il 15 maggio farà doppia tappa a New York.