La Nuova Sardegna

Il giornalista scomparso

Il ricordo di Bianca Pitzorno: «Che risate con Minà»

di Gabriella Grimaldi
Il ricordo di Bianca Pitzorno: «Che risate con Minà»

La scrittrice parla del caro amico. Comune la passione per la cultura latinoamericana

29 marzo 2023
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«Era di certo una persona speciale. Con lui mi divertivo tantissimo. Ha avuto il coraggio di fare informazione in modo originale. Senza nascondere le sue preferenze e le sue passioni anche nei confronti di personaggi controversi. Per questo mi piaceva. E per questo lo rimpiangerò».

Fra le tante persone che in questi giorni hanno ricordato la figura di Gianni Minà, morto lunedì a 84 anni, c’è la scrittrice sassarese Bianca Pitzorno. Un’amicizia intensa e di lunga data quella che l’ha legata al giornalista, cementata dalla comune passione per la cultura sudamericana. Una delle occasioni in cui lo incontrò ad Alghero, dove lei trascorre le vacanze, tuttavia riguardava tutt’altro. «Era venuto nella città catalana a consegnare alla famiglia di Tore Burruni un vecchio video ripescato negli archivi Rai – racconta Pitzorno – con le immagini dell’arrivo del pugile all’aeroporto di Fertilia, accolto da una folla festante, dopo aver vinto il titolo mondiale dei pesi mosca». Nel 2006 invece i due condivisero un altro evento, sempre ad Alghero, stavolta nell’orbita dei loro interessi comuni. La presentazione, curata dalla libreria Il labirinto di Vittorio Nonis nel chiostro di San Francesco, della rivista “Latinoamerica e tutti i sud del mondo” vide Pitzorno e Minà insieme a parlare della cultura del Sudamerica, del destino di quegli affascinanti Paesi, delle sofferenze di interi popoli alle prese con la povertà e spesso con governi dittatoriali. «Fu una delle tante occasioni che ci univa in virtù della passione per la parte latina del mondo – ricorda la scrittrice sarda famosa per i suoi apprezzatissimi romanzi per l’infanzia –. Lo incontravo poi spesso nei tanti festival letterari sparsi per l’Italia dedicati agli autori latinoamericani. A Piacenza, alla rassegna Encuentros, ad esempio, o ad Asti al festival organizzato da Marco Tropea. Tutti eventi che ovviamente beneficiavano della sua famosa agendina telefonica».

Quell’agenda di contatti preziosa perché importanti erano i personaggi a cui Gianni Minà, da giornalista, poteva arrivare. E di cui spesso diventava amico. Come gli scrittori Louis Sepulveda e Gabriel Garcia Marquez che gli avevano aperto il cuore «perché lui sapeva conquistare gli altri con la sua cultura, la simpatia e la passione trascinante».

Bianca Pitzorno lo ricorda anche come padre affettuosissimo delle sue figlie. «Si portava sempre dietro le due piccole che ha avuto da Loredana Macchietti. Viaggiava tantissimo con la moglie e le due bambine che venivano coinvolte in tutte le sue avventure». L’ultimo incontro tra la scrittrice e il giornalista risale a circa tre anni fa «ma l’ultima giornata trascorsa a casa loro a Roma, un bel pranzo in famiglia che ricordo con tanto affetto, è del 2009 e fu quando presentai il mio libro su Giuni Russo alla Casa della Musica. Lui venne all’evento e poi mi invitò a pranzo a casa sua. Una splendida occasione».

Ne parla con nostalgia, ricordando le infinite chiacchierate con incroci di aneddoti e battute, storie di viaggi e incontri memorabili. Tanti gli omaggi resi a Gianni Minà in queste ore e Bianca Pitzorno li ha molto apprezzati ma una riflessione non l’ha voluta tenere per sè: «Aldo Grasso sul Corriere della Sera ha elogiato tutto di Minà – butta lì con la sua proverbiale sagacia –, compresa l’intervista a Fidel Castro che all’epoca della pubblicazione stroncò di brutto. E allora mi sono detta: forse è vero che da vecchi diventiamo più buoni...».
 

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