La Nuova Sardegna

Cultura in Marmilla

Gli scatti di nove autrici sarde come gioielli nei micropaesi

di Giacomo Mameli
Una foto di Daniela Zedda
Una foto di Daniela Zedda

Inaugurata ad Albagiara la mostra diffusa “Fotografe in Marmilla”. Immagini di Daniela Zedda, Giusy Calia, Myriam Meloni e Giulia Sale

10 giugno 2023
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Le fotografie di nove artiste sarde hanno abbattuto i campanili in nove paesini della Marmilla che da ieri - vernissage ad Albagiara con tanta gente e fasce tricolori - sono diventati museo a cielo aperto con mostre tra parchi e strade. Paesini-gioiello (insieme non arrivano a cinquemila abitanti), puliti come accade raramente in Sardegna, decoro urbano, niente non-finito-edile, tanto verde e fiori. Firme d’autrice, con immagini di tutta la Sardegna. «Puntiamo da vent’anni a creare un distretto culturale evoluto», dice Lino Zedda, 65 anni, dipendente Asl, per sei legislature sindaco di Baradili e ora anima del “Consorzio Due Giare”. L’attuale sindaca del Comune sardo più piccolo (77 abitanti), Maria Anna Camedda: «Cultura vuol dire amare e valorizzare il territorio. Ieri e oggi fotografie ma anche agricoltura, artigianato, teatro, danza, musica, sport».

A Villa Sant’Antonio (336 abitanti), tra il Monte Granatico e la chiesa ecco venti scatti d’arte di Daniela Zedda, scomparsa due settimane fa. La fotografa cagliaritana (a Ferragosto 1984 da Punta La Marmora fotografò il sole che all’alba sbucava dal mare di Orosei) restituisce orgoglio nuragico col sorriso dei centenari: Filomena (101 anni) e Tatiana (102) di Cagliari, il centenario algherese Angelo, con 102 Peppino di Cabras, Igino 103 di Villanova, Paolo 103 di Borutta, Vittorio sempre 103 di Perdasdefogu (l’uomo “vivo per due chili” nei lager, morto a 106), Giacobba (105) di Villanova Strisaili. Secondo Francesca Alfano Miglietti le fotografie di Zedda hanno il potere di «farci sentire in presenza queste persone, in un circuito di scambi simbolici».

Serafino Fenu vaga per iperurani con Giulia Sale: «A Baradili non c’è il mare, tuttavia improvvisamente a Baradili si vede il mare, un altrove distante non lontano». Sonia Borsato, per Myriam Meloni: «È riuscita a incorporare nella sua estetica una forte impronta etica e geografica. Rende non solo il dove ma il da dove con prospettiva contemporanea e post-coloniale». Il tutto con la regia del sardus pater della fotografia Tore Ligios, creatore di Su Palatu a Villanova Monteleone. Dice: «La rassegna è nata in maniera inusuale. Dopo il ciclo triennale (2020-2022) con 12 fotografi sardi che raccontavano 12 paesi del “Due Giare”, il presidente Lino Zedda mi domandava: e adesso cosa facciamo? Ho deciso di continuare con una formula culturale e politica più ambiziosa: focus sulla fotografia contemporanea dell’isola prodotta da autori sardi con le energie di paesi piccoli, lontani da cliché modaioli o lotterie istituzionali». Anche con numeri piccoli? «Sì, per avere peso politico e creare un laboratorio creativo senza filtri per firmare progetti autoriali». Risultato ottenuto. Vagando per questi borghi d’autore si è davanti a una primizia culturale della politica e della storia sarda: nove fotografe, nove curatrici e curatori. Lo sguardo femminile è scuola nella policy di Su Palatu.

Week end in Marmilla? Ne vale la pena. Le presentazioni: venerdì 23 giugno a Senis (Francesca Randi commentata da Chiara Manca), giovedì 13 luglio Baradili (Giulia Sale con Serafino Fenu), venerdì 11 agosto Sini (Myriam Meloni con Sonia Borsato), sabato 12 agosto Villa Sant’Antonio (Miglietti per Daniela Zedda), venerdì 18 agosto Villa Verde (Giusy Calia con Mariolina Cosseddu), domenica 20 agosto Curcuris (Anna Marceddu, con Sonia Borsato), sabato 9 settembre a Baressa (Alessandra Sarritzu con Giulia Aromando). Sabato 16 settembre a Gonnosnò (Rosi Giua con Efisio Carbone).
 

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