La Nuova Sardegna

L’intervista

Mahmood: «Sono nato a Milano ma sono mega sardo, Orosei per me è casa»

di Alessandro Pirina
Mahmood: «Sono nato a Milano ma sono mega sardo, Orosei per me è casa»

Il cantante sarà protagonista ad Arbatax del concerto del 17 agosto all’interno dell’Arabax festival

09 agosto 2023
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Sono passati solo quattro anni e mezzo da quando ha varcato la porta del successo. Vero che il passaggio è avvenuto attraverso quello che in Italia è considerato l’accesso principale, ovvero Sanremo, ma anche durante un’intera carriera in pochi riescono a raggiungere i traguardi tagliati da Mahmood in un così breve lasso di tempo: due Sanremo vinti, due partecipazioni all’Eurovision (e un secondo posto), dischi di platino, record di streaming prima con “Soldi” e poi con “Brividi”, tour da tutto esaurito, grandi numeri ovunque. E tanto altro. In quattro anni una vita stravolta dal successo, ma con alcuni punti fermi. Uno di questi è sicuramente la Sardegna, la terra della madre, dell’infanzia, delle vacanze, dei cugini. Ed è qui a Orosei che in questi giorni Mahmood, all’anagrafe Alessandro Mahmoud, 30 anni, si sta concedendo qualche giorno di relax in attesa di tornare sul palco, il 17 agosto all’Arabax festival, la quattro giorni di grande musica che dal 16 al 19 vedrà sbarcare ad Arbatax tra i tanti anche Tedua, Fabri Fibra, Rosa Chemical, Paky, Boomdabash e il Deejay Time.

Alessandro, noi sardi abbiamo l’abitudine di sardizzare tutto. E anche Mahmood noi lo consideriamo sardo. Giusto così?

«A livello tecnico io sono nato al Mangiagalli di Milano, ma quando mi dicono che sono sardo io ne sono felicissimo. Io sono mega sardo. Mia mamma è di Orosei e tra di noi parliamo in sardo, tutte le estati le passo in Sardegna da sempre. Diciamo che sono un sardo acquisito per origine».

Se ripensa alla sua infanzia a Orosei cosa le viene in mente?

«Le case di zia Lucia e di zia Remedia. Mia mamma andava a lavorare al bar e le mie zie si contendevano la mia presenza. Estati bellissime passate con i miei cugini Davide, Christian, Paola, Andrea. Al mattino ci svegliavamo presto, colazione, subito in spiaggia e poi pranzo in pineta».

Quando viene in Sardegna a cosa non può rinunciare?

«Qui a Orosei in particolare non posso rinunciare alla pizza alla sarda: mozzarella, pecorino, tanto aglio e olio. Diciamo che è un po’ pesante, ma è la mia preferita».

“Ja ti la credias crasa”, così era intitolato anche il documentario sulla sua vita realizzato per Amazon. Quante volte se lo ripete?

«Me la sono ripetuta tante volte. È una frase che mi fa stare tranquillo, soprattutto in quei giorni in cui sono un po’ scoraggiato, perché magari qualcosa non arriva. Allora mi guardo indietro e penso al mio punto di partenza. È in quel momento che mi dico “ja te la credias crasa” (non te lo saresti mai aspettato, ndr). Mi serve per mantenere i piedi per terra».

Sanremo 2019, primo posto con “Soldi”.  Possiamo dire che quella vittoria inaspettata da tutti sia stata la svolta del festival oggi ritornato a essere un fenomeno di massa?

«Mi fa molto piacere che lo dicano. Per me è stato tutto abbastanza casuale, mi sono ritrovato dalla categoria dei giovani in quella dei big. Credo che andare a Sanremo con la propria storia ed esperienza personale sia stato un modo per portare qualcosa di nuovo, per dare speranza ai giovani artisti e fare capire che non esistono generi prestabiliti per salire su quel palco. Fino a qualche anno fa per andare al festival bisognava avere la canzone per Sanremo. Oggi per fortuna questa cosa è stata scardinata».

Il 17 agosto sarà ad Arbatax all’Arabax festival: che concerto sarà?

«Non sarà un concerto di canzoni nuove, perché quest’anno non ne ho inciso. Per ora le sto scrivendo e non so ancora quando usciranno. Ad Arbatax porterò canzoni già cantate, ma rivisitate con arrangiamenti più semplici».

Nessuna canzone nuova in una estate ricca di tormentoni. Il suo preferito?

«L’ultima di Doja Cat, “Paint the town red”. Di solito non ascolto le sue canzoni, ma questa mi ha preso tantissimo, mi è entrata in testa».

L’anno scorso il documentario sulla sua vita, quest’anno il doppiaggio della Sirenetta firmata Disney, tra l’altro un film girato in Sardegna: ha mai pensato al cinema?

«Il cinema mi ha sempre affascinato, ma non ci ho mai pensato. Nella vita ho sempre preferito concentrarmi su poche cose ma fatte bene. Per non fare tutto approssimativamente preferisco fare poco ma specializzandomi su quello».

Dopo l’Eurovision a Liverpoll come super ospite ha annunciato il lungo tour europeo primaverile, con una sola data in Italia, a Milano. Possiamo che dire che ha ambizioni internazionali?

«Se la mia musica riuscisse a uscire dal mio Paese ne sarei sicuramente felice. Ho passato la mia infanzia e adolescenza con i dischi americani e inglesi. Il mondo ha sempre fatto parte dei miei ascolti. Dunque, perché no?».

Due volte a Sanremo, due vittorie, nel 2019 con “Soldi”, nel 2022 con “Brividi” in coppia con Blanco. Il proverbio dice non c’è due senza tre.

«Al momento Sanremo non è nella mia mente, mi sto concentrando su altro. Poi, chissà: mai dire mai. Nella mia vita ho imparato che non bisogna mai dire di no a prescindere».

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