La Nuova Sardegna

Time in Jazz

Tullio De Piscopo: Napoli da ballare e l’abbraccio con Zola

di Paolo Ardovino
Tullio De Piscopo: Napoli da ballare e l’abbraccio con Zola

Concerto del batterista al Golf club di Puntaldia. I brani storici del sodalizio con Pino Daniele e i ritmi trascinati dei suoi successi coinvolgono tutti e poi l’incontro con il fantasista di Oliena ex bandiera del Napoli

09 agosto 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Tullio De Piscopo sa come si fa un ingresso trionfale. Quando il pubblico è già sistemato, chi seduto, chi in piedi, attorno alla duna della buca 9, nel golf club di Puntaldia, e quando Paolo Fresu inaugura l’edizione di “Futura”, con i musicisti alle spalle già pronti, il mito della batteria arriva accompagnato in golf car. Primo ospite di Time in jazz, Tullio De Piscopo irrompe nella compostezza generale e fa il mattatore. Mischia il napoletano con l’inglese, picchia forte sui tamburi e sui piatti della batteria. L’inizio è sulle note di “Toledo”, brano del disco che forse più ama del sodalizio con Pino Daniele, “Bella’mbriana”. Il cantautore e chitarrista, con cui De Piscopo ha condiviso un’intera vita musicale, è una presenza fissa che aleggia in più momenti. “NaMiNa” è l’emblema del giovane Tullio che viaggiava in treno inseguendo il sogno di suonare, poi le centinaia di persone presenti intonano come una cantilena «Primavera, primavera», il ritornello di “Stop bajon”, lo stesso accade con “Andamento lento” che chiude i giochi in mash-up con ritmi ora jazz e ora blues e ora funk. L’istrionico musicista napoletano, icona della neapolitan Power degli anni’80, fa ballare tutti, al cielo si alzano le mani di generazioni distinte. In una delle sue pause tra le canzoni, che usa per raccontarsi o per presentare il brano successivo, vede tra la folla Gianfranco Zola, lo chiama a sé, lo abbraccia. Ricorda i tempi in cui il sardo era il numero 10 del Napoli. È trionfale anche l’uscita di scena del batterista, i selfie lo inseguono mentre lui va via dal set, si siede di nuovo sulla golf car e si allontana tra gli applausi e le urla euforiche. Non un concerto, una festa. La prima giornata di festival si è conclusa nel solco della black music. Lo ha confermato “Soula”, il concerto di Serena Brancale, qualche ora dopo a Porto Rotondo, nella cornice in granito del teatro Ceroli.

Oggi il primo appuntamento in ordine cronologico comincia oltremare, dall’altra sponda del Tirreno. Quando alle 10. 15 salperà al porto di Livorno la Mega express two della Corsica Ferries, all’interno, insieme ai passeggeri, partirà la musica della Rusty brass band, formazione di nove componenti a base di ottoni.

Oggi la mattinata a Berchidda comincia con le parole scritte, prima che cantate. Quelle della parentesi letteraria che inaugura con Malika Ayane nelle vesti di autrice di “Ansia da felicità”. In dialogo con Alessandra Ghiani, alle 11 all’ex caseificio Sa Casara. Intanto un’ora dopo inaugurano la mostra di arte contemporanea ormai presente dal 1997 e negli anni accresciuta, e poi quella fotografica di Fabio Lovino e Andrea Rotoli sulla scorsa edizione della rassegna. Certo, l’appuntamento clou come ogni anno è quello all’Agnata, nelle campagne attorno Tempio. Nel rifugio che fu di Fabrizio De André, un omaggio al cantautore genovese attraverso la voce di Malika Ayane, che eredità il testimone da Tosca, protagonista lo scorso anno. Con lei Andrea Andreoli al trombone, Stefano Brandoni alla chitarra, Raffaele Trapasso al basso e Phil Mer alla batteria. Il concerto, con inizio alle 18, è realizzato in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De André e Bibanca. Rientro a Berchidda e musica anche di sera. Alle 21. 30 l’appendice del Festivalbar che fa tappa nei locali del paese. Al Muretto caffè in live Riccardo Moretti con Tribalneed.
 

Primo piano
Politica

Asl, stop alle nomine: ecco chi salta

Le nostre iniziative