Nada: «Sognavo di fare l’astronoma per fortuna mia madre la spuntò»
La cantante si racconta alla vigilia del live di Quartu in duo con Mucciarelli. «Maria Lai mi conquistò con i suoi disegni. Talent, giurie e reality? Mai»
Hit intramontabili e canzoni d’autore. Un cocktail musicale che racchiude tutta la carriera di Nada. E domani alle 21 la cantante toscana dalla voce ruvida inconfondibile sarà a Quartu per il festival “Oltre i confini”, dove, accompagnata da Andrea Mucciarelli alla chitarra, riprenderà il concerto del Nada Trio.
Sono passati 54 anni da quando, a soli 15 anni, folgorò l’Italia con “Ma che freddo fa”. Cosa prova quando ripensa a quella ragazzina?
«Tenerezza».
Nella sua autobiografia, “Il mio cuore umano”, divenuto un film, racconta che da bambina non era convinta di volere fare la cantante. Ha mai pensato quale sarebbe potuta essere la sua strada alternativa?
«Non ho mai avuto il fuoco sacro e da piccola il mio sogno era fare l’astronoma, mi piacevano il cielo e le stelle, ma mia madre era di tutt’altro avviso e mi spingeva con forza verso il canto, io non volevo ma lei era tanto convinta del mio talento. La sua insistenza si scontrava continuamente coi miei rifiuti, il nostro diventò un combattimento, per mia fortuna alla fine ha vinto lei».
Cantante, autrice, attrice, scrittrice: il lato che predilige della sua carriera artistica?
«Pur avendo una stessa radice sono espressioni così differenti che non riesco ad accostarle, può darsi che a volte per caso si trovino nello stesso contesto, però di solito quando canto mi sento una cantante, quando scrivo sono una scrittrice, e quando recito un’attrice. Comunque quello che più mi interessa è la fase creativa di ognuna di queste arti, è ciò che più mi appassiona».
A Quartu presenta Nada duo, che trae origine dallo storico Nada trio. Come descrive questo progetto artistico?
«È un progetto che è nato anni fa con Fausto Mesolella e Ferruccio Spinetti e che sarebbe andato avanti se non fosse scomparso il mio caro Fausto. Comunque questo concerto in duo ricalca un po’ quello che era quel concerto. Con Andrea Mucciarelli che è diversamente bravo abbiamo dovuto cambiare un po’ tutto per farlo rimanere uguale».
“Amore disperato”, 40 anni dopo è una evergreen che anche i più giovani sanno a memoria. Capì subito le potenzialità di questo brano?
«In quel periodo era un suono abbastanza inusuale e la mia casa discografica voleva che uscissi con un’altra canzone, ma io avevo la certezza che “Amore disperato” sarebbe diventata una hit».
In tanti anni di carriera sono state tante le esibizioni in Sardegna. Qualche aneddoto particolare che la lega all’isola?
«Più che per le esibizioni la Sardegna mi ricorda le vacanze. È dagli anni Ottanta che ogni estate mi tuffo in questo meraviglioso mare e i miei ricordi sono così tanti e belli con così tanti aneddoti che mi si sovrappongono senza che ne esca uno in particolare».
Quando pensa alla cultura sarda quali personaggi le vengono in mente?
«Ho avuto la fortuna di conoscere poco prima della sua scomparsa un’artista fantastica, Maria Lai che ho incontrato dopo un mio concerto a Ulassai. Quella sera Maria Lai mi ha conquistata con i suoi disegni e segni magici su stoffe che ha fatto diventare opere d’arte. Mi ricordo le sue pensose parole calme. Una grandissima artista e grande donna».
Tanti suoi colleghi con cui ha condiviso Sanremi e Canzonissime impazzano tra talent, giurie e reality. È mai stata tentata da queste proposte?
«Mai».
L’offerta musicale di oggi?
«Non la conosco se non per qualche cosa che sento alla radio durante i viaggi, di solito malgrado la curiosità tendo a cambiare stazione».
Nada e Sanremo: è stato il suo trampolino, lo ha vinto, ed è anche arrivata ultima. C’è la possibilità di un altro festival?
«Non lo so, io nella vita non escludo mai nulla, però faccio tanta fatica ad andare oltre Imperia».