La Nuova Sardegna

Arte

Alla Pinacoteca di Sassari rivede la luce la collezione regionale di Giuseppe Biasi

di Paolo Ardovino
Alla Pinacoteca di Sassari rivede la luce la collezione regionale di Giuseppe Biasi

Grande folla per circa trenta dei 293 quadri rimasti per anni nei depositi dell’ex convento del Carmelo

24 febbraio 2024
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Giuseppe Biasi superstar. Sarà, anche, il fascino dell’immaginario di opere per anni rinchiuse al buio e sotto la polvere e ora riportate sotto i riflettori. Nella serata d’apertura della mostra dedicata all’artista sassarese, nella Pinacoteca nazionale in piazza Santa Caterina, a Sassari, più di trecento persone si sono riversate nelle sale al piano terra per vedere i quadri del pittore e illustratore forse più rappresentativo del Novecento sardo. Si tratta di un’esposizione di una trentina di opere figlia della vasta collezione di proprietà della Regione. 293 opere di Giuseppe Biasi che per quattordici anni sono rimaste nei depositi del museo dell’ex convento del Carmelo in viale Umberto, sede del progetto di una struttura di arte contemporanea che dopo brevi periodi di aperture rimane un work in progress.

In accordo con Ministero della Cultura, direzione Musei Sardegna e Soprintendenza di Sassari e Nuoro, viene quindi ora svelata quella che è solo una prima parte di una collezione preziosa. «Una riscoperta», precisa la direttrice della Pinacoteca, Maria Paola Dettori. Perché tra i quadri, già ampiamente fotografati e osservati nelle prime ore di apertura al pubblico, ci sono opere sì minori ma altre che fecero il loro felice esordio già alla Biennale di Venezia tra 1909 e 1912.

«In queste sale si esplorano temi identitari sardi, sul ritratto, sulle processioni e i momenti conviviali maschili e femminili», così la direttrice ha descritto i quadri aprendo le porte delle sale per la prima volta. «Contiamo anche su una piccola novità sul piano scientifico, è stato possibile ricostruire alcune identità di ritratti che prima erano anonimi», come quello, centrale nella mostra, di Germana Lonati del ’23. La Pinacoteca ha a disposizione il deposito di Biasi per un anno «rinnovabile» e il piano è svelare un tassello alla volta il mondo ritrovato del pittore e illustratore, in dialogo con i Biasi al secondo piano di proprietà della struttura e tutta l'esposizione permanente. I quasi trecento quadri erano in balìa del deterioramento, sono stati necessari «interventi restaurativi importanti».

L’esposizione, visitabile tutti i giorni negli orari della struttura, offre tra i suoi spunti una maggiore elaborazione dell’abito tradizionale e una finestra sul periodo di soggiorno in nord Africa con tutte le sue influenze su tela. «Cosa emerge? – risponde Dettori – Qualcosa che era già emerso prima e viene semmai confermato: cioè che è un pittore di levatura nazionale, non solamente regionale».

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