La Nuova Sardegna

L’isola a teatro

Maurizio Battista: «La mia generazione ha fallito. Adesso i padri fanno i teenager»

di Paolo Ardovino
Maurizio Battista: «La mia generazione ha fallito. Adesso i padri fanno i teenager»

Il comico in scena a Cagliari il 21 e a Sassari il 22 maggio

14 maggio 2024
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Nel suo caso, non occorre chiedersi se il comico coincida con la persona. Le frasi di Maurizio Battista arrivano tagliate e cucite l’una sull’altra con slang romanesco per creare sempre la battuta ad effetto. «Mi viene naturale», dice lui, comico, cabarettista e attore che la prossima settimana calcherà i palchi del teatro Massimo di Cagliari (21 maggio) e del Teatro comunale di Sassari (22 maggio) con lo spettacolo “Qualcosa non mi quadra”.

Che serate bisogna aspettarsi?
«Ah quello che poi succede è l’opposto di quello che posso raccontarti ora. Parto da un canovaccio, ma sono spettacoli lunghi, quasi tre ore, quindi o volano o è una tortura. Io racconto “noi”, uso una parola grossa: sono neorealista. E dentro c’è una quota importante di interazione, lo chiamiamo pubblico ma è in realtà un ospite in più dello spettacolo».

Racconto della quotidianità, ma quali aspetti porta sul palco?
«Ho tanti anni e perciò tanto da dire... lo dico schietto, coi sardi non bluffo. La mia vita è drammatica, e dipende da come le racconti le cose. Ho passato tre matrimoni, parecchie operazioni, per dire. E poi vivo per strada, vedo scene di vita. Il talento che mi riconosco è saper improvvisare e saperci creare su uno spettacolo. Io so’ io, la genuinità rende tutto più facile, non mi occorre inventare troppo».

Le importa delle reazioni di chi l’ascolta?
«Mah... non mi piace fare il comico che insegna a campare, anzi. Ciò che penso è: stiamo lì tre ore a divertisse, prendiamola in questo modo».

Per esempio non le piace parlare di politica.
«Mi reputo migliore dei politici, sono una persona brava e onesta, mi sento più in alto di chi parla di destra e di sinistra e poi si prende soldi per un’autorizzazione, per dire».

Per dirla col suo titolo, cosa non le quadra di ciò che vede attorno?
«Niente! Come spendiamo i soldi, come amiamo, come educhiamo i figli. La mia è la generazione che doveva fare qualcosa di buono e invece ha fallito. Te la faccio più facile: prima mio padre andava a lavorare e io uscivo la sera a mangiare una pizza o a ballare. Adesso i padri si credono teenager e fanno le stesse cose dei figli, e che educazione possono trasmettere? Sono saltati i ruoli. La mia generazione ha fallito. Mio padre e mio nonno erano meglio di me, io sono solo simpatico».

Ha problemi col politicamente corretto?
«Non esiste! Se io dico “sei un sardo di m...” ti sto offendendo. Se mentre scherziamo ti dico “oh certo che ’sti sardi per una pecorella...” è diverso. Il tono di come dici le cose è importante. C’è un mio amico che ha moglie e figli ma ora ha un compagno, è più bravo di me in amore, io gli dico “Angelino come hai fatto?” e lui: “Ma niente, una mattina me so’ alzato f...”. Vedi, dipende sempre. Le cose brutte si sono dette anche nei film anni ’60 neorealisti. Poi c’è la vita vera, e nella vita vali per la tua reputazione, per come ti comporti e per quanto sei educato con gli altri».

Contento di tornare in Sardegna?
«Torno sempre solo dove sono stato bene. Come diceva un mio amico, “ricordati, ho più bisogno di emozioni che di soldi”. Sono d’accordo».

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