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Il gioiello As do Mar, quando la qualità è anche nella scatoletta

di Marco Bittau
Il gioiello As do Mar, quando la qualità è anche nella scatoletta

L’azienda di Olbia è un’impresa modello perché fonda la sua produzione sulla sostenibilità e sul rispetto sia per quanto riguarda la pesca, cioè l’approvvigionamento della materia prima, che per la qualità artigianale e la tutela del lavoro negli stabilimenti

31 maggio 2024
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Non si offenderà nessuno, ma un buon cassulli alla tabarchina oggi si può cucinare tranquillamente anche impiegando i filetti di tonno sott’olio Asdomar, prodotti e confezionati nello stabilimento-gioiello di Generale conserve a Olbia. Questo per dire che il tonno in scatola, se di alta qualità, manda definitivamente in frantumi il pregiudizio che vorrebbe i prodotti confezionati industrialmente relegati nella dispensa degli alimenti da evitare. La realtà, invece, è che l’industria conserviera alimentare negli ultimi anni ha fatto passi da gigante e oggi annovera produzioni di eccellenza, a cominciare proprio dalla stessa Asdomar, che nello “sdoganamento” del tonno in scatola vanta da tempo primogenitura e indubbi meriti sul campo. In fondo, questa era la visione del patron Vito Gulli, che nei primi anni Duemila nell’area industriale di Olbia aveva rifondato senza troppo clamore una fabbrica di tonno in scatola sepolta sotto le macerie della vecchia Palmera, che pure aveva fattola storia industriale di Olbia. Qualità e sostenibilità gli ingredienti per rilanciare con un nuovo marchio la storica azienda appartenuta alla famiglia Palau.

Oggi Generale conserve con il marchio Asdomar è un’azienda modello che, numeri alla mano, figura ai primi posti tra le Top1000 della Sardegna con quasi 140 milioni di ricavi nel 2022. Del resto, si tratta della seconda azienda del mercato italiano tra i produttori di conserve ittiche, la prima per la produzione di tonno lavorato da intero. Azienda modello perché fonda la sua produzione sulla sostenibilità e sul rispetto, sia per quanto riguarda la pesca, cioè l’approvvigionamento della materia prima che per la qualità artigianale e la tutela del lavoro negli stabilimenti. È il Vangelo secondo Valsecchi, la famiglia da diversi anni titolare dell’azienda agroalimentare, divisa tra la Sardegna e il Portogallo, che vede al timone il Cavaliere del lavoro Adolfo, 81 anni, presidente e amministratore delegato. Sostenibilità anche in cucina, naturalmente, per fare i conti con l’economia ma anche con l’ambiente da preservare. Come per il maiale in terra, il tonno in mare è una autentica dispensa vivente. Non si butta via niente e in casa Asdomar l’osservanza della regola è sacra.

«È una massima di economia domestica che ci hanno insegnato i nostri nonni, certamente più attenti a evitare gli sprechi e a utilizzare fino all’ultima briciola ciò che c’era in dispensa – dicono alla Generale Conserve –. In Asdomar teniamo in particolare considerazione questa lezione. Seguendo i principi dell’economia circolare, facciamo in modo che gli scarti derivanti dalla lavorazione del pesce trovino una seconda vita. Normalmente, circa la metà del prodotto viene scartato e solitamente conferito in discarica. In Asdomar, invece, recuperiamo il 100% degli scarti, dando loro nuova vita per la produzione di sottoprodotti destinati alla zootecnia. Insomma, meno scarti e meno rifiuti per un’economia più sana e un pianeta migliore».

«A questo proposito – aggiunge l’azienda di Olbia – Siamo felici di comunicare che il nostro progetto “Ancora meno olio” è tra i finalisti, nella categoria nutrizione, della seconda edizione dei Food social impact awards, cioè i premi di Gruppo food dedicati alla sostenibilità. Un grande riconoscimento per l'impegno di Asdomar nella promozione di un'alimentazione sempre più sana, di valore e sostenibile».

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