La Nuova Sardegna

Da “Mila e Shiro” a “Kiss me Licia”

Addio ad Alessandra Valeri Manera, la paroliera delle sigle

di Fabio Canessa
Addio ad Alessandra Valeri Manera, la paroliera delle sigle

È morta a 67 anni: curò il programma “Bim Bum Bam” e lanciò Cristina D’Avena

23 giugno 2024
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Curatrice di indimenticabili programmi per ragazzi come Bim Bum Bam e Ciao Ciao, oltre che autrice di diverse sigle di cartoni animati, Alessandra Valeri Manera ha accompagnato i pomeriggi spensierati di chi ha passato l’infanzia e l’adolescenza tra gli anni Ottanta e Novanta. Se il suo volto non era molto familiare, in molti forse l’avranno visto solo ora che è scomparsa a 67 anni, il suo nome era rimasto impresso nella mente di tutti perché sempre presente nei titoli di coda (con il nome abbreviato in A.) di quelle trasmissioni e canzoni che hanno fatto sognare più di una generazione. Una figura di rilievo della televisione italiana, come responsabile per molti anni della programmazione per ragazzi del gruppo Fininvest, poi Mediaset, che sotto la sua guida ha acquisito alcune delle serie animate giapponesi più amate di sempre: da “Mila e Shiro” a “L’incantevole Creamy”, da “Kiss Me Licia” a “C’era una volta Pollon”, da “Georgie” a “È quasi magia Johhny”, da “Memole dolce Memole” a “Sailor Moon”. Cartoni passati alla storia anche per le iconiche sigle, tutte cantate da Cristina D’Avena ma con testi scritti proprio da Alessandra Valeri Manera su musiche di compositori come Piero Cassano, Augusto Martelli, Carmelo Carucci, Massimiliano Pani, Franco Fasano. Tra le altre sigle scritte dalla paroliera, nata a Milano ma di famiglia veneziana, impossibile non ricordare, per il grande successo, quella di “What’s My Destiny Dragonball” cantata da Giorgio Vanni.

Insomma decine di brani famosissimi, conosciuti a memoria da chi è cresciuto seguendo quelle storie appassionanti arrivate in Italia dal Paese del Sol Levante sotto la supervisione di Alessandra Valeri Manera. Un ventennale lavoro come direttrice della televisione per bambini che, va detto, è stato in seguito anche oggetto di critiche da parte delle comunità di appassionati di animazione giapponese l’adattamento troppo libero, i nomi italianizzati dei personaggi, i dettagli edulcorati, la censura di certi episodi. Ma erano tempi diversi, l’essere filologici non era il primo obiettivo. Contava soprattutto emozionare il pubblico giovane e giovanissimo e in questo senso il lascito di Alessandra Valeri Manera è grande, come dimostrano anche i tanti messaggi social di saluto e ringraziamento di ex bambini e ragazzi alla notizia della sua scomparsa.
 

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