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Farina di castagne per un pane buonissimo e gluten free

di Michela Columbu
Farina di castagne per un pane buonissimo e gluten free

Roberto Floris del Nuovo Forno: «Abbinato al formaggio fuso e al miele è superlativo»

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Un pane fatto anche con farina di castagne. Una sperimentazione che è piaciuta tantissimo ai visitatori della manifestazione desulese “La Montagna Produce” che si è svolta nei giorni scorsi. A prepararlo sono stati i titolari del Nuovo Forno, azienda locale che ogni giorno confeziona pane tipico per il paese e per il circondario.

«Abbiamo inserito nell’impasto la farina di castagne – spiega il titolare Roberto Floris – presente nella percentuale del circa venticinque-trenta percento. Sono diversi anni che lo proponiamo e ogni edizione riscontriamo un apprezzamento e un successo che non ha eguali. Le nostre degustazioni prevedono infatti l’abbinamento con il formaggio fuso, aggiungendo miele di castagne o millefiori. Si tratta di un prodotto di difficile lavorazione perché la farina di castagne non contiene glutine».

Eppure assieme al pane, grazie a un progetto di reti d’impresa finanziato dal Gal Barbagia e che ha visto l’agenzia Laore animare gli incontri, è stato possibile avviare la produzione di farine da destinare alla produzione di birra (attualmente è in produzione dal Birrificio 4mori di Guspini una linea di birra alle castagne che si chiama Pozzo3), fino alla produzione di dolci, grazie alla concessione di un mulino in comodato d’uso alla cooperativa desulese Entula.

«È molto importante non solo incentivare la produzione e quindi riprendere la coltura castanicola – precisa Ciriaco Loddo della Agenzia Laore –, ma anche e sopratutto sapere come conservare le castagne. Non a caso sono in essere diversi progetti che puntano a sviluppare diverse modalità di conservazione: interventi di idroterapia, termizzazione, sterilizzazione, essicazione, assieme al progetto di ricerca contro il fungo Gnomoniopsis castaneae». Quindi lotta alle patologie delle piante ma anche sviluppo della filiera. Intanto è fondamentale avere chiaro la portata attuale del settore castanicolo in Sardegna.

«Una quantità tra l’85 e il 90 percento della coltivazione di castagne in Sardegna è concentrata in un territorio che ricade all’interno dei comuni di Desulo, Tonara, Aritzo e Belvì. Nella nostra regione si conta una superficie di 1500 ettari di castagni in purezza – spiega ancora Ciriaco Loddo – ossia con una prevalenza delle piante di castagne rispetto alle altre. Soltanto in una piccola parte di queste superfici, grazie agli interventi dei Pia (Piani Integrati d’area) finanziati dalla Regione in questi quattro comuni, si è sviluppata una vera e propria castanicolatura da frutto con l’innesto di alcune varietà di marroni che hanno dato valore aggiunto, facendo crescere il valore commerciale del frutto. Però nello stesso tempo l’agenzia Aaore assieme ad Agris sta studiando alcune biodiversità che hanno caratteristiche simili ai marroni. Quindi si punta in maniera decisa sulle varietà locali».

La produzione media annuale varia di anno in anno, con qualche marcata differenza a seconda delle condizioni climatiche. «Quest’anno gli eccessi di caldo hanno limitato le dimensioni delle castagna – aggiunge Ciriaco Loddo –, ma le piogge che si sono verificate tra la fine del mese di agosto e l’inizio di settembre ne hanno sicuramente migliorato la qualità. La media comunque va dai 25-30 quintali ad ettaro. Un potenziale enorme che se sfruttato con gli indirizzi produttivi giusti darebbe valore aggiunto a tutto il territorio. Attualmente infatti della produzione castanicola totale, ne viene raccolta solo una minima parte». 

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