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L’evento

L’arte di Costantino Nivola incrocia la storia dei giganti

L’arte di Costantino Nivola incrocia la storia dei giganti

L’esposizione aprirà il 30 novembre al museo civico Giovanni Marongiu di Cabras

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Giganti a confronto. La Fondazione Mont’e Prama e la Fondazione Nivola presentano una mostra che intreccia l’arte di Costantino Nivola e la preistoria della Sardegna. In un percorso tra scultura e architettura, la mostra presenta opere dell’artista di Orani accanto alle fonti preistoriche che lo hanno ispirato, con prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private dal resto d’Italia e dall’estero.

L’esposizione “Sulle spalle dei giganti” aprirà il 30 novembre al museo civico Giovanni Marongiu di Cabras e sarà visitabile in due parti, lì e al museo Nivola di Orani, sino al 23 marzo 2025. «Questo progetto apre una strada nuova per ciò che attiene ai rapporti di collaborazione e sinergia fra istituzioni museali – spiega Anthony Muroni, presidente della Fondazione Mont’e Prama –, mettendo in dialogo la storia e il contemporaneo. Abbiamo inserito questa programmazione fra quelle fondamentali per il triennio in corso, destinando volentieri l’intero capitolo destinato alle mostre in loco a questa collaborazione così intensa e piena di significati, che pone Cabras e Orani in stretto collegamento».

«Il rapporto tra la preistoria e l’arte contemporanea è uno dei temi chiave della cultura del Novecento – afferma Giuliana Altea, presidente della Fondazione Nivola –, e l’opera di Nivola ne è una testimonianza importante, finora mai studiata sotto questo aspetto. La mostra conferma come dalla sinergia tra istituzioni attive in diversi campi culturali possano nascere risultati di grande rilievo».

La mostra nelle due sedi mette a confronto le opere di Nivola con le testimonianze della preistoria sarda che lo hanno influenzato, presentate attraverso reperti originali, fotografie, e installazioni multimediali a cura del Visual computing Group del Crs4. Nata dalla collaborazione scientifica tra Giuliana Altea e Antonella Camarda, storiche dell’arte, Luca Cheri e Anna Depalmas, archeologi preistorici, e Carl Stein, architetto e già collaboratore di Nivola, la mostra presenta un’occasione irripetibile per esplorare il legame tra Nivola e la Sardegna, grazie anche a un gruppo di opere-chiave dell’artista provenienti da collezioni private americane e italiane.

Dalla prima sezione, in cui Nivola racconta il suo personale mito dell’origine conuna serie di opere tra cui un inedito trittico in bronzo degli anni Sessanta, che rimandano a Gea e Urano, la coppia divina primigenia, si passa all’età dei primi graffiti. Il confronto fra alcune ceramiche del V- IV millennio a.C. e i piatti che Nivola ha realizzato con il ceramista Luigi Nioi nel 1980 mostra il permanere della fascinazione per questi primi segni. L’esposizione prosegue con il parallelo, mai proposto in precedenza, tra i pozzi sacri, monumenti nuragici legati al culto delle acque, e l’arte di Nivola, che ne riprende in modo puntuale alcuni elementi strutturali e di dettaglio.

La sezione dedicata al Costruttore, figura quasi mitica con cui Nivola si identificava, sia come figlio di muratore che come erede dei lontani artefici dei nuraghi, chiude la mostra al Museo Nivola e dà inizio a quella del Museo Giovanni Marongiu di Cabras.

Al museo di Cabras, che già accoglie i Giganti di Mont’e Prama, la mostra prosegue con il confronto fra le sculture nuragiche in pietra e in bronzo e quelle di Nivola. I bronzetti nuragici, la cui struttura esile e asciutta sembrerebbe allontanarli dalle forme solide e compatte della maggior parte delle sculture di Nivola, costituiscono in realtà un modello ricorrente per le figure maschili, con riprese quasi letterali – come nelle terrecotte degli anni Settanta – o più indirette ma comunque sempre pregnanti. Pastori, guerrieri e artigiani preistorici sono per Nivola figure mitiche del tempo dei Nuraghi, che continuano ad aggirarsi sulla terra, dando continua energia e ispirazione all’artista. D’altronde, viene ricordato nelle note biografiche di Nivola, l’artista si consegnò alla stampa e alla critica un’immagine di sé fortemente legata al richiamo al passato ancestrale della Sardegna.

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