Vincenzo Schettini in Sardegna: «La fisica può diventare uno show»
L’insegnante star dei social porta in scena il suo spettacolo: ecco dove e quando
Il suo ciuffo all’insù, il sorriso, le smorfie, rendono la fisica un mondo molto meno grigio e complicato di quanto si pensi. Vincenzo Schettini è il professore che tutti vorrebbero: lo testimoniano i milioni di follower che ogni giorno lo seguono sui social e in televisione. Ora il fisico e divulgatore arriva in teatro con “La fisica che ci piace” (Vera produzione), regia di Paolo Ruffini. In scena domani, 13 febbraio, al Teatro Massimo di Cagliari alle 20.30, appuntamento della rassegna “Pezzi unici” firmata Cedac Sardegna.
Venerdì 14 febbraio invece è al Teatro Comunale di Sassari alle 21, organizzato da Shining production e Le ragazze terribili.
Dobbiamo immaginare la platea che diventa una grande aula di fisica?
«Abbiamo studiato uno spettacolo che sia un viaggio nella scienza. Sul palco ci sarà una grande lavagna, che poi è uno schermo, che aiuterà il racconto. Poi la musica: sarà elemento di show. Il viaggio arriverà fino ad Einstein e allo spazio».
Ecco, com’è nata la collaborazione con Paolo Ruffini?
«Un paio di anni fa era ospite con Beppe Fiorello da Mara Venier, per presentare un film di cui era regista, “Ragazzaccio”. Fiorello, parlando di professori, mi ha citato facendomi alcuni complimenti. Io non stavo guardando, ero in macchina, quando l’ho saputo ho mandato a entrambi un messaggio di ringraziamento sui social. Fiorello è stato molto gentile, e Paolo Ruffini mi ha dato il suo numero e il giorno dopo ci siamo sentiti».
Cosa vi siete detti?
«Mi ha chiesto quale fosse il mio sogno, gli ho detto che pensavo a costruire uno spettacolo per il teatro. Paolo Ruffini, che ci tengo a dire è una persona bellissima, ha creato lo scheletro dell’idea che ora sta andando in tour».
Quanto è importante abbattere certe distinzioni, come da un lato l’arte e dall’altra la scienza?
«Non ha senso fare distinzioni, l’arte ha bisogno della scienza e viceversa. E se ci pensiamo, gli scienziati hanno fatto leva sulla loro creatività per arrivare a grandi scoperte. Pensa ad Einstein, non sarebbe arrivato a formulare la teoria della relatività senza creatività. Ma vale anche per Newton. E poi un artista lavora tantissimo sulla scienza, ha bisogno di tecnica e di rigore».
Per entrare nell’atmosfera di Sanremo, lei il suo lato artistico lo mostra con la passione per la musica e il violino.
«Passione nata per caso, alle scuole medie aprì un corso musicale sperimentale e mia madre, che insegnava nella stessa scuola ma non nella mia classe, mi propose di iscrivermi. Quando ho fatto l’esame di ammissione ero uno degli ultimi, perciò non era nemmeno chiara una certa dote, però poi negli anni ho portato avanti un doppio studio, liceo e conservatorio. È stato difficile ma bellissimo. Mi sono diplomato in violino, ho formato un coro gospel che dirigo, fa parte di me».
Qual è l’argomento di fisica che riscuote più interesse?
«Sicuramente la fisica quantistica. Sul tema ho avuto modo di fare contenuti per la Marvel, specie per il film “Ant-man”. E poi, dal micro al cosmo, lo spazio: genera grande curiosità».