Salmo sceglie la voce di Maria Carta: «L’ho sentita ed è stata una magia»
Il singolo “On fire” con la intro tratta da “Ave Maria Catalana”. Il rapper: «Non ho dovuto toccarla in alcun modo, ci stava benissimo così»
L’ave Maria di Salmo è «piena di rabbia» e ha la voce di Maria Carta. Chi l’avrebbe mai pensato, due mondi lontani, lontanissimi, nel tempo e nell’immaginario si sono uniti nel singolo del rapper olbiese “On fire”. La canzone, pubblicata pochissimi giorni fa, anticipa il nuovo album dell’artista, “Ranch”, che uscirà il 9 maggio. Toni scuri, critica sociale, voce che graffia. Ma soprattutto, una lunga intro affidata alla voce della cantante di Siligo sulle note di “Ave Maria Catalana”. Un omaggio all’isola che è venuto fuori in maniera naturale, «è successo come per magia», il commento di Salmo in proposito.
La genesi
Da tempo il rapper, ormai tra gli artisti di prima fascia nel panorama musicale italiano, stava cercando un’idea suggestiva per aprire la canzone che inaugura il nuovo disco. Cercava un brano «che potesse creare un legame con la Sardegna» e un po’ per caso finisce a spulciare le canzoni di Maria Carta. A Salmo salta all’occhio il titolo, quell’Ave Maria che ben si sposava con il ritornello di “On fire” dove canta proprio: “Ave Maria piena di rabbia / Piega le sbarre, apri la gabbia / E fatemi uscire, sono il cane che abbaia / Questa notte è luna piena e siamo on fire”.
La voce della cantautrice si impone tra i rumori di scena e il suono degli organi, «quando ho messo play e ascoltato tutta la parte iniziale di “Ave Maria catalana” l’ho messa sul brano senza ritoccarla in alcun modo», la velocità della canzone tradizionale si sposavano con la sua, prodotta con Low Kidd, e Salmo dice: «È stata una magia, si è legata perfettamente».
«Commovente»
“Ave Maria Catalana” compare nell’album “Umbras” del 1978. Carta scrive nelle note di copertina: «Questo disco è frutto di un lavoro di ricerca che è durato un anno». All’interno mette in musica poesie in gallurese, logudorese e campidanese. Un’altra Ave Maria dà il titolo a un album del 1975, disco con nota introduttiva nientemeno che di Ennio Morricone.
Intanto dalla Fondazione Maria Carta, l’istituto nato poco dopo la morte dell’artista, avvenuta a Roma nel 1994, sono rimasti sorpresi e impressionati dalla combinazione nella canzone di Salmo. «Lui è un artista di fama internazionale, il fatto che abbia ricordato una delle più grandi figure della sua terra è motivo di orgoglio», afferma Leonardo Marras, presidente della Fondazione che porta avanti il ricordo della cantante con iniziative e premi. «La scelta è stata azzeccata, Carta con la sua voce potente e unica si inserisce benissimo nel testo di Salmo, sarà nostra cura mandargli un messaggio ufficiale di ringraziamento».
Marras spiega che anche la famiglia di Maria Carta è entusiasta: «Lei è una figura del passato recente, non è conosciuta molto tra i giovani, perciò pensiamo che questa possa essere anche un’occasione per riportare l’attenzione su di lei tra le nuove generazioni». Parla di «emozione» e «commozione» Leonardo Marras: «È quello che ho provato al primo ascolto. Salmo ha utilizzato la storia e la voce del passato modernizzandole e dandone un nuovo significato. E poi, bisogna dirlo, quell’Ave Maria di Maria Carta è una delle migliori, nonché la prima. I miei figli mi dicono che sono uno scemo perché avrei dovuto iniziare ad ascoltare Salmo da prima. Be’, adesso lo farò». Manca poco più di una settimana al nuovo album del rapper, “Ranch”, quattro anni dopo l’ultimo lavoro solista “Flop” (2021).
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