La Nuova Sardegna

L’intervista

Lorenzo Flaherty: «Finalmente ho un ruolo brillante. E a settembre ritorno sul set»

di Alessandro Pirina
Lorenzo Flaherty: «Finalmente ho un ruolo brillante. E a settembre ritorno sul set»

L’attore al TsE di Cagliari con “L’onorevole, il poeta e la signora”: «È il mio esordio nella commedia: sentire il pubblico ridere è bellissimo»

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Siamo abituati a vederlo in tv come commissario, come Ris. Anche a teatro è stato recentemente un Freud sul viale del tramonto. Insomma, sempre ruoli abbastanza drammatici. Per la prima volta Lorenzo Flaherty si misura con la commedia. Sabato alle 20. 30 e domenica alle 19. 30 l’attore sarà a Cagliari al TsE di Is Mirrionis a Cagliari per l’ultimo appuntamento con la stagione di Teatro Senza Quartiere organizzata dal Teatro del Segno tra maliziosi giochi di seduzione e pericolosi giochi di potere. “L’Onorevole, il Poeta e la Signora” di Aldo De Benedetti è un ironico affresco della società in cui Flaherty è affiancato da Francesco Branchetti e Isabella Giannone, con musiche di Pino Cangilosi e regia di Francesco Branchetti.

Flaherty, finalmente un ruolo brillante...

«Stavo facendo Freud a teatro che riprenderò nella prossima stagione. Il regista Francesco Branchetti mi fa: perché non facciamo insieme una commedia? E così mi ha proposto di fare questo spettacolo da un testo di un grande commediografo qual è stato Aldo De Benedetti, a cui si sono ispirati De Sica e tutti gli autori degli anni Ottanta e Novanta. Abbiamo già superato le quaranta repliche. Tutto è partito come un lungo rodaggio, abbiamo raggiunto città e teatri di tutta Italia. Con la Sardegna arriviamo a toccare tutte le regioni».

Un giro d’Italia in scena.

«Per me è una mission essere presenti teatralmente ovunque. Dopo il Covid il 50 per cento delle compagnie sono scomparse ed è una grande soddisfazione esserci perché la gente vuole evadere da molti aspetti drammatici della vita. Stiamo portando lo spettacolo in tutti i teatri, non solo in quello blasonati, ma anche in quelli di quartiere. Siamo stati a Roma al Parioli-Costanzo e si vede che ha il suo zoccolo duro. Mi piace l’idea che la gente possa riabituarsi ad avere un punto di riferimento teatrale nel proprio quartiere».

Ora a Cagliari, a Is Mirrionis, dove lei gioca un po’ in casa.

«Sono felicissimo di portare lo spettacolo a Cagliari, anche perché in scena c’è un Lorenzo diverso».

Si ride molto in questa commedia?

«Sì, è un bellissimo spettacolo di due ore in cui si ride parecchio. Il mio personaggio ne combina di tutti i colori. È un onorevole che cerca di conquistare in maniera goffa una giornalista che è più scaltra di lui. Poi c’è un terzo personaggio che all’inizio sembra un ladro, ma in realtà è un autore teatrale. Tra loro nasce una complicità e da lì iniziano tutti i problemi».

Come è stato cimentarsi in una commedia?

«Una esperienza straordinaria che mi appassiona tantissimo. Lo spettacolo su Freud è drammatico ma c’è sempre qualcosa che fa sorridere. E arriva sempre una reazione del pubblico un po’ divertita: è una sensazione bellissima. È stato lì che è scattata la voglia di aggiungere al mio curriculum una esperienza di teatro brillante. E il risultato è eccezionale. C’è una bellissima connessione con il pubblico, mi piace andare a ricercare quelle battute che possano colpire di più gli spettatori. È importante che un attore si cimenti sia con ruoli drammatici che brillanti, sia sul set che sul palcoscenico. Ti fa capire che alla fine la differenza tra il racconto drammatico e quello brillante comico è più che altro dettata dai tempi, ma in realtà non è così distante. Avevo sempre fatto personaggi più profondi, più seri in contesti più impegnati. È arrivata questa occasione e mi ci sono buttato a capofitto».

E il cinema?

«A settembre inizierò “La stirpe del male”, di Francesco Marino, con cui avevo fatto “La cornice” con Maria Grazia Cucinotta e Flavio Bucci. È una coproduzione italo-marocchina-americana. Sarà un film di genere horror fantasy. Non vedo lora».

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