La Nuova Sardegna

Il nome d’arte è Stefdies, unione di “Stephanie” e “dies”. Cioè, “Stefania” e “muore”. Perché, alla fine, è questo che fa.  Nelle ultime foto che ha pubblicato su Instagram, l’inglese “Stef” “muore” in Sardegna. Prima all’Isuleddu della Maddalena, vicino alla spiaggia della Capocchia d’ù purpu, poi nel porticciolo turistico di Stintino.

A prima vista, nel suo profilo Instagram e nel suo sito, le foto sembrano le macabre figlie del black humor britannico, con Stephanie che si fa ritrarre nei quattro angoli del globo come se fosse morta. La si vede sdraiata a faccia in giù sulle dune del Sahara, nei centri delle città più caotiche, nelle tranquille campagne inglesi e, da ieri, vicino al mare dell’isola.

In realtà, quella di Stephanie Leigh è una originale e affascinante serie di performance fotografiche “che racconta una storia di vita celebrando lo splendore dei paesaggi naturali e delle meraviglie create dall'uomo” e che, immortalando le reazioni tra lo stupito e il preoccupato di chi assiste alla performance suo malgrado, strappa un sorriso. Stephanie è un’artista (il suo sito è raggiungibile all’indirizzo https://stefdies.com), con un curriculum di spessore che, ad esempio, ha deciso di usare le sue fotografie per inaugurare il movimento Anti-Selfie, “cercando una risposta visiva alle pressioni dei social media, alla cultura del selfie e al consumismo”.

Perché il progetto Stefdies, alla fine, è una sentita e scanzonata celebrazione della vita che spinge l’osservatore a guardare oltre la ricerca della foto perfetta, a valorizzare il tempo. Abbracciando quella che “Stefdies” definisce l'universalità della morte, il suo personaggio incoraggia a vivere con autenticità, liberi dalle opinioni e delle aspettative altrui.

E lo fa strappando un sorriso a chi guarda le sue foto. Perché, per quanto la sua forma di umorismo non sia tra le più facili, l’arte di Stefdies fa ridere.