Al “12.1” di Porto Taverna si cena con vista su Tavolara
Il cafè restaurant sulla spiaggia nel litorale di Porto San Paolo alcuni anni fa ha rilanciato la tendenza del mangiare “pieds dans l’eau”. I titolari sono Angelo De Rio e la moglie Erika La “padellata” ai frutti di mare è il loro piatto cult
La location è senza dubbio da dieci. Sabbia bianca e acqua cristallina, con vista panoramica su Tavolara, una delle isole più iconiche della Sardegna. Un’esperienza che, già di per sé, è mozzafiato. Allo spettacolo della natura, però, si è aggiunta una volontà imprenditoriale, quella di Angelo Del Rio, titolare del Cafè Restaurant “12.1”, sulla spiaggia di Porto Taverna a Porto San Paolo, che ben dodici anni fa ha deciso di dare a chi visita questo luogo una possibilità in più: cenare in riva al mare con i piedi sulla sabbia, avvolti da magiche atmosfere serali e notturne. L’idea alla base del progetto è semplice: regalare un sogno, tutto l’anno, a chi ama questa terra. Un sogno fatto di mare e natura, ma anche di grande qualità, in cucina e nel servizio, che passa per la scelta di ingredienti freschi e locali fino alla cortesia del personale. Cuore pulsante del ristorante del “12.1” sin dal giorno della sua apertura è lo chef Salvatore Porcu, che con la sua cucina rende omaggio alla tradizione sarda, di cui rispetta con sensibilità e tecnica i sapori più genuini, anche quando vengono reinterpretati. Attenzione particolare è sempre riservata alla qualità della materia prima. Suo braccio destro ai fornelli, il sous chef Corrado Podda, specializzato in primi piatti, soprattutto di mare. E allora, accompagnati dalle luci calde e soffuse delle lanterne, è possibile prendere posto a tavola a un passo dall’acqua e assaporare le proposte culinarie del “12.1” cafè restaurant coccolati dalla brezza marina e dal suono del mare.
Tra i piatti forti c’è la padellata. «Si tratta di un primo che viene servito in una padella di rame – spiega Erika Piga, moglie di Angelo Del Rio e sua collaboratrice da 23 anni –. Gli spaghettoni trafilati al bronzo vengono conditi con cozze, vongole, gamberi, seppie e calamari, avvolti da un brodo di pesce e bische di crostacei, insieme a una genuina salsa di pomodoro locale». Il piatto, da accompagnare con un buon bicchiere di Vermentino, vuole raccontare la Sardegna, da cui proviene la materia prima. «I prodotti – continua Erika Piga – arrivano dalla Caletta, da Porto Torres, da Cabras e, per quanto riguarda le ostriche, direttamente dalla laguna di San Teodoro, un’eccellenza sempre più apprezzata».
Una scelta con cui si garantisce la freschezza del pesce, ma anche il rispetto della stagionalità, della biodiversità e del lavoro delle comunità locali. Tra le proposte, poi, non può mancare una fragrante frittura di pesce. E così anelli di calamaro dorati, gamberi avvolti in una panatura leggera e zucchine tagliate sottili concorrono a creare il fritto misto del “12.1”, il tutto da innaffiare con fresco succo di limone.
«È uno dei piatti più richiesti – spiega Erika Piga –. Per prepararlo, lo chef utilizza un mix di 60% di farina e 40% di semola. Tutto viene poi fritto in olio di arachidi, per ottenere una consistenza croccante ma leggera, che non unge e lascia intatti i sapori. Il risultato è un fritto asciutto, saporito e bilanciato tra mare e orto». E come ogni menù che si rispetti, dulcis in fundo. E anche in questo caso, il dessert parla sardo. Protagonista è il tiramisù scomposto.
«A fare la differenza – racconta Erika Piga – è il savoiardo, preparato artigianalmente da una storica pasticceria di Nuoro. Servito sull’ardesia, il piatto si presenta come un invito alla scoperta: una sacca di crema al mascarpone da dosare a piacere, gocce di cioccolato fondente e una nota decisa data dal Marsala».
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