Andrea Dodero: «Il cinema italiano ha bisogno di risorse»
Sullo schermo con Salmo e Denzel Washington, il giovane attore genovese ospite al Figari festival
La linea va e viene, il caldo invece è fisso. «La prossima telefonata non facciamola sotto il sole a 50 gradi», la voce di Andrea Dodero arriva però piena di entusiasmo da una spiaggia di Golfo Aranci, location del Figari international short film fest. L’attore 27enne genovese, talentuoso e brillante, è uno dei volti noti della quindicesima edizione della rassegna dedicata ai cortometraggi, in scena fino a domani nei luoghi golfarancini. Protagonista di “Blocco 181” e “Gangs of Milano” al fianco di Salmo, poi di “Equalizer 3” con Denzel Washington, Dodero è uno degli attori più promettenti della nuova scena cinematografica italiana.
Al Figari fa parte della giuria, ha visto diverse opere in concorso. Le piacciono i corti?
«Ho visto delle opere molto interessanti, un corto mi ha proprio emozionato. Ce ne sono alcuni che in pochi minuti riescono a raccontarti ciò che vogliono, nascono e finiscono lì. Altri invece, e per me è la funzione che hanno molte di queste opere, ti tirano fuori la curiosità di come diventerebbero lungometraggi. Con 30-40 minuti di introduzione, altrettanti alla fine, molti corti nascono con la speranza di diventare film. Ed è bello quando ciò accade».
Il grande pubblico l’ha conosciuta attraverso la serie di Sky “Blocco 181”, cosa le ha dato quell'esperienza?
«Mi ha fatto conoscere questo mestiere e dato l'opportunità di conoscere questo mondo. Fino ad allora avevo fatto piccolissimi ruoli. Sono stato fortunato. L'esperienza poi è stata contraddittoria, professionalmente anche dolorosa perché ho capito molti errori, cose da non fare sul set. Blocco 181 è un progetto di cui si è sempre parlato tanto, attorno si è creata discussione, non è passato certo sottotraccia».
Poi si è evoluto nella nuova serie “Gangs of Milano”.
«Sì, quasi uno spin-off. Sono due lavori con grandi differenze drammaturgiche, un cambio radicale di genere e tematiche. Gangs of Milano è vero e proprio crime, Blocco 181 era una storia più adolescenziale».
Prima parlava di capire questo mestiere e questo mondo, nel 2023 ha recitato nel film “Equalizer 3”, com'è vivere una produzione così grande?
«Incredibile. L'esperienza è stata più ristretta, 18 giorni di set, il lavoro è lo stesso ma con più persone. Molte più persone. In alcune giornate arrivavano a essercene 500 o 800 tra set e fuori dal set. Si parla di una grande macchina di Hollywood. Ho fatto incontri importanti, con Denzel Washington, con un direttore della fotografia come Robert Richardson, un genio mondiale, e Antoine Fuqua alla regia, un'icona dei gangster movie. Ancora anche mia madre non mi chiede più come sto, mi chiede “senti ma Denzel Washignton...” (ride, ndr), mi prende in giro per le domande che mi fanno ogni volta dall’uscita del film».
Le piacciono le produzioni italiane di questo momento?
«Sono anni molto interessanti. Ora c'è questo problema dei crediti al cinema italiano, dei finanziamenti che mancano. Chi ha a che fare con la cultura non può pensare di finanziarla solo se in grado di incassare. La cultura non deve occuparsi di questo. Poi purtroppo in questo momento le persone non vanno in sala e considerano il cinema italiano negativo ma a priori, è diventato un luogo comune a cui aggrapparsi».