Mauro Addis: «È un momento d’oro per il cinema sardo»
All’anteprima del festival di Tavolara presenterà il film su Emilio Lussu con Gianluca Medas ed Enrico Lo Verso
Da organizzatore del Figari International Short bFilm Fest che si è appena concluso a ospite del festival di Tavolara che propone domani un’anteprima a Porto Rotondo con la proiezione, alle 21.30 all’anfiteatro Mario Ceroli, di “Emilio Lussu - Il processo”. Mauro Addis è nel cast del film di Gianluca Medas e con il regista ed Enrico Lo Verso, al quale è stata affidata la parte del politico e scrittore di Armungia, sarà presente alla serata.
«Per me è un doppio ritorno a casa – racconta –. Da un lato, Tavolara è un festival che ho sempre seguito. Ho raggiunto quella location meravigliosa in barca, barcone, gommone. Dall’altro, siamo all’anfiteatro di Porto Rotondo, a pochi metri da dove abito». L’attore olbiese interpreta il questore Laudadio che suo malgrado è tra i protagonisti di una vicenda cruciale dell’antifascismo italiano: la notte del 31 ottobre del 1926, come gesto di risposta per il fallito attentato a Mussolini avvenuto a Bologna, l’abitazione cagliaritana di Lussu viene assaltata da un gruppo di squadristi e per difendersi lui spara dalle persiane chiuse del suo appartamento uccidendo il giovane fascista Battista Porrà che ha raggiunto il balcone con intenzioni certo non pacifiche. La folla si disperde e arrivano le forze dell’ordine per arrestarlo, con il questore che fornirà poi una delle testimonianze prese in esame dal giudice Arcangelo Marras e i suoi collaboratori per arrivare alla coraggiosa sentenza di assoluzione per legittima difesa, nonostante le forti pressioni esterne del governo.
«Il mio personaggio – sottolinea Addis – sembra stare in qualche modo al di sopra delle cose che succedono e a Gianluca premeva che la recitazione rispecchiasse questa caratteristica, con un topo un po’ decantato. Anche per il ruolo di questore che ricopre mostra un apparente distacco, non si espone, ma in fondo si intuisce che ha una sua idea sull’accaduto per come si pone anche nell’interrogatorio». La principale caratteristica del film è quella non soltanto di ricostruire un episodio importante della vita dell’antifascista sardo, con particolare attenzione al punto di vista dei giudici chiamati a decidere sull’accusa di omicidio, ma di raccontarlo mostrando i meccanismi cinematografici che stanno dietro alla realizzazione di un film. Come succede nella situazione centrale dell’arresto.
«Viene svelato bene – evidenzia l’attore – il doppio piano di lavoro. Il dialogo di noi interpreti con il regista nella preparazione della scena che si contrappone alla sequenza poi recitata, con il passaggio dal metacinema al cinema vero e proprio. Un momento in cui il questore mostra anche rispetto verso Lussu». Una figura complessa che nel film di Gianluca Medas ha il volto dell’attore siciliano Enrico Lo Verso, dall’esordio con “Nulla ci può fermare” di Antonello Grimaldi un protagonista importante del cinema italiano. «Un attore bravissimo – aggiunge Mauro Addis – e di grande esperienza. Molti dei film principali a cui ha partecipato, da “Ladro di bambini” a “Farinelli - Voce regina”, li ho visti da ragazzo e fanno parte della mia formazione cinematografica in videocassette. A Olbia non c’era in pratica altro modo per vedere certi film se non quello di andare in videoteca e affittare le vhs che uscivano per l’home video. Poi ho potuto conoscere un attore che dà davvero tanto sul set. Mi hanno colpito la sua professionalità e l’approccio personale nei confronti dei colleghi e delle maestranze. Trasmette tanta serenità a chi lavora con lui».
Dopo diversi anni a Roma Mauro Addis è tornato in Sardegna, dove nel 2017 aveva girato “Fiore gemello” di Laura Luchetti, che era stato presentato al festival di Toronto. «Dopo il Covid mi sono fermato qui e sembra quasi paradossale che proprio in Sardegna abbia vissuto una ripartenza dal punto di vista cinematografico. Subito mi sono trovato coinvolto in diverse produzioni: appunto “Lussu”, “La terra della donne” di Marisa Vallone scritto da Paola Sini, “Il criminologo” di Antonio Rojch. Questo fa capire come in questi ultimi anni il cinema sardo e l’intero comparto siano cresciuti. E questa crescita ha fatto sì che anche importanti produzioni internazionali abbiano iniziato a venire a lavorare nell’isola».