La storia degli influencer “2 the Island”: «Così facciamo conoscere la Sardegna più autentica»
I loro profili social sono passati da 300 a 70mila follower in meno di un anno
Sono irriverenti, non usano mezzi termini anzi attingono direttamente alle espressioni gergali e un po’ maleducate che compongono lo slang dei loro coetanei, la Gen Z. I Boomer e la Gen X si devono un po’adeguare per seguirli, i Millennials ancora ce la fanno e – in realtà – li adorano: sono i ragazzi di “2 the Island”, account di Instagram creato da ragazzi 24enni, ormai diventati influencer, che senza essere guide turistiche sono passati da 300 a 70mila follower in meno di un anno, raccontando una Sardegna poco conosciuta ma sempre avvincente. Quattro storie di giovani che vengono dal Sud Sardegna e che dopo gli studi economici stanno facendo della passione per i social un vero e proprio lavoro, di quelli che fino a pochi anni fa non esistevano. Tutto nasce nel giugno del 2024 da un’idea di Nicola Utzeri, laureato in Economia Aziendale: «Sentivo l’esigenza di creare una community per interagire, e di base riflettevo sul fatto che tutti i miei coetanei si lamentavano che in Sardegna non c’è mai niente da fare. Questa cosa mi ha scatenato un senso di rivalsa perché se cerchi la vita del milanese è chiaro che nell’isola non la trovi. Ma se inizia a esplorarla, altro che aperitivi». Nicola si occupa della parte creativa, decidendo e scrivendo i contenuti, ma insieme a lui ci sono Gian Roberto Bellucci, che cura la grafica ed è il più spericolato del gruppo, oltre a quello che mette la faccia nella maggior parte dei video; il voice over che racconta l’avventura del giorno è quella di Michele Sanna, che è anche video maker ed editor, ultimo aspetto a cui collabora anche Gian Luigi Fadda. Lo stile un po’ grezzo e il linguaggio “strong” sono il risultato di un’accurata ricerca e studio dei trend del momento: «Abbiamo iniziato con uno stile più tradizionale, raccontavamo eventi e aspetti di attualità, ma il nostro account non cresceva e a un certo punto ci stavamo annoiando. Però credevamo nel progetto, quindi abbiamo completamente stravolto la linea editoriale: ci siamo concentrati sulla base di partenza, ovvero dimostrare che non è vero che non c’è nulla da fare in Sardegna. Il risultato è stato immediato: siamo passati da poche centinaia di follower di novembre 2024 ai 10 mila raggiunti a dicembre, fino ai numeri attuali». Sfidano i loro limiti, proponendo attività come surf, trekking o addirittura il deltaplano, consigliano senza mezzi termini le cale più nascoste per “imboscarsi con la pivella” o i luoghi più spaventosi dove fare un’escursione da brividi, ma il taglio è ancora quello turistico e amatoriale: «Non siamo guide turistiche, non lo facciamo per lavoro, siamo una community. Ora che il progetto sta crescendo però e che sta diventando un impegno che va molto oltre a quello di una passione o un secondo lavoro, visto che ognuno di noi comunque ha il suo, sicuramente introdurremo delle novità e cresceremo. Apriremo un canale Youtube per quel che riguarda l’online, invece sul campo inizieremo a organizzare eventi dove ritrovarci e fare qualche attività insieme a chi ci segue».