Mauro Biglino: «Quello che accade a Gaza era già scritto nella Bibbia»
Lo scrittore e studioso, ideatore della tesi sugli Elohim, presenta a Cagliari il suo ultimo libro
Prima ha tradotto parola per parola la Bibbia, con la sua firma sono usciti diciassette libri per le Edizioni Paoline, poi ha cominciato a rileggere i testi in modo meno spirituale e più pratico, e ha preso la sua direzione. Mauro Biglino è lo studioso che ha sdoganato la teoria degli Elohim, esseri superiori, molto probabilmente extraterrestri. Altro che Dio come lo conosciamo noi. Dal Vaticano non ne sono molto felici. Ma intanto domani alle 20 a Cagliari, all’interno del festival “Dialoghi di carta” ai Giardini pubblici, presenta in prima nazionale il libro “Cieli in fiamme. Guerre, macchine e tecnologie nei testi antichi”, scritto insieme a Erich von Däniken. Un’ora prima, dialoga invece con Gian Matteo Corrias che presenta “Gli dei romani rivelati”.
Perché un libro scritto a quattro mani?
«Erich von Däniken ha 90 anni, è un pioniere di questo tipo di ricerche sui popoli antichi, le nostre combaciano e l'idea è stata di documentare come tutti i popoli antichi di tutti i continenti ci abbiano raccontato la stessa storia, con strumenti linguistici diversi. Ci siamo arrivati in maniera diversa, il mio è studio sui testi latini, greci ed ebraici, il suo metodo di ricerca è sui siti archeologici».
La storia del mondo quindi è solo una?
«È talmente evidente che non è un fatto discutibile. Chiaramente, come dico sempre, non possiedo nessuna verità, quando si parla di testi antichi bisogna essere molto umili e avere la mente aperta perché le sorprese sono dietro l'angolo».
Mi dica, qual è il suo metodo di interpretazione dei testi?
«Per "Cieli in fiamme" ho approfondito parti che non avevo mai toccato nei precedenti volumi, come il "Kebra nagast", il libro che parla del Re Salomone, ma in maniera diversa rispetto alla Bibbia. Come sempre, metto i versetti in ebraico con la traduzione letterale, vado alla ricerca delle origini etimologiche di ogni termine per capirne il significato. Dal 2010, da quando pubblico questi libri, il mio approccio è lo stesso: faccio finta che i testi ci dicano esattamente cosa è realmente accaduto, e vedo cosa ne viene fuori. E per questo dico: non venite dietro me, non so dove vado. Se avete bisogno di verità assolute non suonate al mio citofono ma a quello dei guru e dei maestri».
Cosa pensa quando si trova di fronte alla definizione di “Dio degli eserciti” dell'Antico testamento? Sembra riportarci all'Israele di oggi?
«Ogni volta che Netanyahu, che appartiene a una famiglia sionista laica, fa riferimento alla Bibbia quando dà i nomi alle operazioni militari, prendo quei nomi e li spiego. Questo rende non solo attuale la Bibbia, ma più comprensibile ciò che sta accadendo. Ed è impressionante, sta accadendo ciò che nella Bibbia è scritto moltissime volte. Il Dio in ebraico è chiamato letteralmente “uomo di guerra”. Rifarsi a lui significa legittimare tutto ciò che si sta facendo perché lui lo ha detto e lo ordinava».
Addirittura? Mi fa un esempio?
«Penso a quando Dio nella Bibbia dice a Saul di sterminare tutti gli Amalechiti, e lui lo fa, lasciando in vita solo il re insieme agli animali. Dio gli toglie il regno di Israele per questo gesto, perché aveva contravvenuto all’ordine di Yahweh di sterminarli tutti. Quello che sta avvenendo oggi è biblico».
Lei si è occupato di Sardegna, a proposito aveva letto i testi di Sergio Frau su Atlantide?
«Sì, Frau l'ho letto anni fa. In Sardegna sono venuto molte volte, ho cominciato a occuparmi di cultura nuragica sugli studi di Luigi Sanna. I nuragici non solo avevano una scrittura, ma usavano anche fonemi protosinaitici. Con Gian Matteo Corrias ho visitato alcune località dove sono presenti iscrizioni dimenticate in campi o in pietre oggi usate per muretti di recinzione. È una storia affascinante. Insieme a loro due stiamo producendo un libro, in uscita il prossimo anno, esclusivo sulla cultura nuragica e la sua scrittura».