La Guida Slow food 2026 premia le dieci migliori osterie in Sardegna: ecco quali sono
I curatori: «Nei menu prodotti stagionali ed etici»
Cagliari Settanta insegne inserite nella Guida e dieci chiocciole assegnate alle migliori osterie del territorio. La nuova Guida Slow food 2026 conferma come la Sardegna del mangiar bene continua a crescere e lo fa un po’ in tutto il vasto territorio isolano. Da sottolineare oltretutto che sono diverse le insegne situate in piccolo centro della Sardegna segnale di uno sforzo notevole da parte dei gestori che oltretutto contribuiscono a far conoscere il loro territorio anche attraverso il buon cibo.
Al vertice dunque ci sono in Sardegna dieci osterie: Il Vecchio Mulino (Sassari), ChiaroScuro e Transumanza, entrambe a Cagliari; Da Andrea al Cavallera (Carloforte); Su Recreu (Ittiri), Abbamele (Mamoiada), Il Rifugio (Nuoro), Letizia (Nuxis nel Sulcis), Ada (San Sperate) e La Rosa dei Venti (Sennariolo in provincia di Oristano).
Dieci locali che rappresentano la punta dell’iceberg di un’offerta che continua a crescere in qualità. Sono il massimo riconoscimento attribuito a quelle attività che emergono mettendo insieme tanto fattori: l'eccellente proposta, l'ambiente, la cucina e l'accoglienza il tutto all’interno dei valori che rappresentano la idea stessa di ristorazione di Slow Food.
«Assistiamo – sottolineano i curatori della guida – a un'evoluzione in cui l'attaccamento alle radici e un servizio accogliente ma sempre più professionale si fondono con l'approccio contemporaneo di nuove generazioni in grado di mettere, nei campi e in cucina, competenze acquisite ed esperienze internazionali».
Si nota, proseguono i curatori, «il rigore nella scelta di prodotti stagionali ed etici che diventa punto di partenza per la rivisitazione dei piatti tradizionali di terra e mare, per esempio in chi rinuncia a cucinare specie ittiche a rischio di estinzione. Un comportamento che viene spiegato al cliente nell'introduzione dei menù e innesta un circuito virtuoso premiante per piccoli produttori che cercano armonia con i luoghi in cui operano. Bene anche il continuo miglioramento della carta dei vini a premiare il ricco patrimonio enologico isolano».
La guida Slow food conferma in questa edizione l’inserimento nel volume, insieme alle tradizionali osterie anche i locali cosiddetti quotidiani, una definizione che raggruppa tutte quelle tipologie ristorative alternative come ad esempio pastifici, gastronomie, enoteche con cucina e ancora altre realtà più informali, in cui chiaramente sia in promo piano l'attenzione al cibo e al territorio. Quella presentata nei giorni scorsi a Torino è la 36a edizione della guida Slow food. Conta in totale di 980 recensioni di locali scelti in ogni angolo dell’Italia. Selezione fatta scegliendo la cucina territoriale autentica, con una rigorosa selezione degli ingredienti e dell’atmosfera.