La Nuova Sardegna

L’intervista

Roberta Gallese si racconta: «A 6 anni ero una star della tv e ancora mi fermano: Robertina!»

di Alessandro Pirina
Roberta Gallese si racconta: «A 6 anni ero una star della tv e ancora mi fermano: Robertina!»

Cagliaritana, era la bimba che affiancava Mike Bongiorno: «Prima lo Zecchino d’oro, poi il successo e l’imitazione di Boldi»

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Per qualche anno è stata uno dei personaggi più popolari della televisione italiana, anche perché si trovava a condividere il palco con il re del piccolo schermo. Roberta Gallese, per tutti Robertina, cagliaritana, era la bambina che affiancava Mike Bongiorno nel suo quiz del giovedì di Canale 5, il mitico Telemike. Ogni settimana, puntuale, si presentava davanti a milioni di telespettatori per raccontare le sue barzellette. Una presenza costante che si è subito trasformata in una grande popolarità, tanto da meritarsi anche l’imitazione di Massimo Boldi. Da quella televisione sono passati più di trent’anni e Robertina è diventata una donna, ma la sua verve, la sua simpatia sono rimaste le stesse di quando, a soli 7 anni, diventò una piccola star della tv.

Roberta, dove nasceva questa sua passione per il piccolo schermo?

«Il mio personaggio nasce da un vecchio televisore anni Ottanta in cui io volevo assolutamente entrare. Io volevo proprio entrare dentro la scatola: per la felicità di mio padre ruppi ben tre televisori».

E com’è arrivata dentro la tv, ovviamente in senso figurato?

«Avevo 4 anni. Vennero nel mio asilo i selezionatori dello Zecchino d’oro e tutti i bambini cantarono la loro canzone. Io, che ero abbastanza particolare, decisi di raccontare una barzelletta».

Se la ricorda?

«Probabilmente era quella dell’allevatore a cui chiedevano: lei cosa dà da mangiare alle sue galline. E lui: do loro i soldi e si comprano quello che vogliono».

E così dall’asilo di Cagliari è finita all’Antoniano di Bologna.

«Alle selezioni regionali Cino Tortorella mi prese in simpatia e mi volle come ospite allo Zecchino. Io e il mio amico Alessandro Gobbi, che poi avrebbe fatto Bim bum bam».

Ed è stato l’inizio della sua carriera televisiva.

«Da quel momento è stato un boom. I miei genitori non hanno mai spinto affinché io facessi tv, ma quando hanno iniziato a chiamarmi loro mi portavano volentieri. Fino a che non è arrivata la chiamata per Telemike. Due anni di contratto. Ho ancora conservato il contratto con la firma di Silvio Berlusconi».

E diventò per tutti Robertina.

«Fu Mike ad affibbiarmi quel nome».

Ma come era Bongiorno?

«Io avevo 6 anni e con me era molto carino, morbido. Ma con gli altri era abbastanza severo».

Ha assistito a qualcuna delle sue sfuriate?

«Ero presente alla puntata della signora Livoli, la concorrente che teneva i bigliettini nel reggiseno. Ho ancora le foto originali di quel momento. Ricordo che mio padre, medico, intervenne a soccorrerla quando svenne. Diciamo che ho preso parte a un momento storico della tv. Fu una figuraccia epocale. In molti erano convinti che fosse tutto organizzato, ma l’incazzatura di Mike non lo era per nulla».

Telemike era una delle trasmissioni di punta di Canale 5 e dell’intero palinsesto tv. Come fu vivere quella popolarità?

«A quell’età la popolarità è una sensazione molto particolare. Magica e spaventosa allo stesso tempo. Ti rendi conto che sei al centro di un qualcosa che non tutti i bambini stanno vivendo. C’era gente che veniva a toccarmi, come fossi un santino, una madonnina. Non era sempre piacevole».

Massimo Boldi fece anche la sua imitazione.

«Mi adorava, ogni tanto ci sentiamo ancora. Teo Teocoli faceva Mike e lui Robertina. Morivo dal ridere».

Perché a un certo punto la televisione, per lei, è come se si fosse spenta?

«Finito Telemike i miei genitori non hanno spinto perché continuassi a fare televisione. Era un momento particolare, si stavano separando. E così, volente o nolente, la mia carriera televisiva è andata a finire. Poi la tv è cambiata radicalmente, non c’erano più spazi per me. Senza contare che quello che facevo a 6-7 anni non poteva più andare bene a 18-19. E anche le barzellette sono un po’ decadute».

Con Mike vi siete più visti?

«L’ultima volta, con mio grande rammarico, lo vidi due anni prima che morisse. Mi invitarono a una trasmissione su di lui su Rete 4. Avevo forse 25 anni, ma lui: “ma che bella bambina”».

Sente ancora qualcuno dell’ambiente tv?

«Ogni tanto Boldi. Prima sentivo Gianfranco D’Angelo e Toto Cutugno».

Archiviata la tv si è dedicata al calcio, arrivando anche in serie A.

«Facevo la scuola calcio già dai tempi di Telemike».

Che squadra tifa?

«Non posso che tifare per il Cagliari, ma non sono un’esaltata. Preferisco giocare che vedere gli altri».

Ruolo?

«Esterno di centrocampo, e anche seconda punta».

L’altra passione, che è diventata anche il suo lavoro, è la musica.

«Ha preso il sopravvento nella seconda parte della mia vita. Faccio parte degli Almamediterranea, un gruppo storico. Suono la chitarra, le percussioni, all’occorrenza canto anche. Facciamo folk-rock, una cosa di nicchia. Incontrarli è stata una grande fortuna».

Come è la situazione musicale in Sardegna?

«Dal punto di vista musicale la Sardegna è una fucina attivissima. Ci sono musicisti, cantanti validi, ma non sempre sono valorizzati. In primis dagli stessi sardi, dalle amministrazioni, da quelli che organizzano il Capodanno».

Farebbe un talent?

«Non credo premino la vera arte e i veri musicisti. Puntano allo show, a trovare un prodotto facilmente vendibile».

E un reality?

«Non li seguo da secoli, e non saprei su quale orientarmi. Non amo morire di fame, ma forse l’Isola dei famosi l’avrei fatta, almeno come esperienza».

A distanza di anni c’è ancora chi la riconosce?

«Meno di prima, ma ancora c’è chi mi ferma per strada. E mi fa molto piacere».

E come la chiamano?

«Ovviamente Robertina. Ma ormai sono Robertina per tutti. Prima me la prendevo, ero più agguerrita. Oggi dico: chiamatemi come vi pare, sarò Robertina per tutta la vita».

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