La Nuova Sardegna

L'intervista

Nancy Brilli: «Ballando con le stelle? Gara divertente, la giuria no. Sabrina Ferilli amica di penna, lavorerei con Paolo Virzì»

di Alessandro Pirina
Nancy Brilli: «Ballando con le stelle? Gara divertente, la giuria no. Sabrina Ferilli amica di penna, lavorerei con Paolo Virzì»

L'attrice si racconta alla vigilia del talent di Milly Carlucci: «Spero vinca Andrea Delogu»

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Davanti alla macchina da presa è stata commessa e vamp, camorrista e parrucchiera, mamma e figlia, moglie e amante. La carriera di Nancy Brilli si declina cinematograficamente tra i registri comico, brillante, drammatico. D’altronde, i suoi segni particolari sono stato chiari fin da subito, da quando giovanissima iniziò a calcare i set: bella, brava, ironica, e con una carica di sex appeal che non tutte le star possono rivendicare. E anche ora, non senza polemiche di contorno, lo sta dimostrando a Ballando con le stelle.

Nancy cosa voleva fare da grande?
«Scrivere e fare la grafica pubblicitaria. Io avevo studiato grafica e fotografia...».

Il cinema, dunque, è stato un caso?
«Decisamente un caso. È stato questo lavoro a cercare me. Prima al cinema con Pasquale Squitieri per “Claretta”, poi a teatro al Sistina con Enrico Montesano: ho preso tutto al volo»

Primo set con Claudia Cardinale.
«Una donna timidissima, di una fotogenia stratosferica. Aveva un rapporto quasi simbiotico con Pasquale, lui la dirigeva in maniera quasi estrema. Litigavano tantissimo e facevano pace cento volte».

E poi la grande popolarità con “Compagni di scuola” di Carlo Verdone. Da allora non avete più lavorato insieme.
«Non c’è stata più l’occasione, ma sono felice di avere lavorato nel film più bello di Carlo».

Nei primi anni ’90 al cinema è tra le attrici più richieste: il suo ruolo del cuore?
«Sa che non lo so... Forse “Piccoli equivoci”, avevamo inventato molto sul set. Se però devo dire il film in cui mi sono divertita di più è “La mandrakata”».

I migliori partner sul set?
«Sicuramente Gigi Proietti è quello con cui ho riso di più. Tra le donne è stato meraviglioso lavorare con Virna Lisi».

E il regista da cui vorrebbe essere diretta?
«Matteo Garrone senza dubbio: è il mio regista preferito».

A Belve ha raccontato di avere dato uno schiaffo a Paolo Virzì e di non esservi più parlati. L’altro giorno lui sul Corriere ha avuto belle parole per lei.
«Ho letto...».

Se la chiamasse per un film?
«Magari. Come dirige lui le donne non c’è nessuno. Ha fatto diventare bravissime e simpaticissime anche attrici che non sono particolarmente adorabili».

Lei è stata tra le prime attrici a sposare la fiction: crede che il cinema gliela abbia fatta un po’ pagare?
«Come no. Adesso è una cosa normale, ma allora venivi considerata una venduta alla tv».

Si è pentita?
«No».

Bella, simpatica, brillante: Boncompagni vide in lei una nuova Carrà ma la vostra Crociera naufragò.
«Non c’era il programma, neanche nella testa di Boncompagni. Lui era sempre al computer nel suo camerino. C’era uno studio con 200 figuranti. C’ero io, e poi Enrico Brignano, Biagio Izzo, Teresa Mannino. C’era un sacco di gente, poteva essere fenomenale. Ma nessuno aveva idea di che programma fosse».

La tv le piace?
«Sì mi piacerebbe condurre un programma, mi divertirei».

Nel frattempo dopo 20 anni ha ceduto alla corte di Milly Carlucci: pentita?
«Pentita no. Ho imparato a ballare, e questo era lo scopo del programma. La gara è stata molto divertente. Non mi è piaciuta la giuria. Ma questo lo sapevo, anche se speravo che dopo tanti anni qualcosa fosse cambiato. Invece, è stato peggio di come immaginassi».

Cosa salva della sua esperienza a Ballando con le stelle?
«Salvo il grande spettacolo di Rai 1, la meravigliosa orchestra, i cantanti. Purtroppo - ma questo è un mio gusto personale - si dà troppo spazio all’extra-gara».

Domani c’è la finale: per chi tifa?
«Io vorrei vincesse Andrea Delogu. È simpatica, ha imparato e si è dedicata tantissimo al ballo. Sarebbe anche un modo, dopo quello che le è successo, per farle vivere una cosa bella».

Ha amici nello spettacolo?
«Margaret Mazzantini. E con Sabrina Ferilli siamo amiche di penna, ci scriviamo».

Ha rimpianti?
«No, perché ho fatto sempre tutto in buona fede. Se ho fatto errori è stato per mancanza di conoscenza, per ingenuità, per inconsapevolezza. Mai fatto qualcosa di negativo contro qualcuno: quella sarebbe l’unica c osa che potrebbe darmi rimpianto. Certo, avrei voluto fare più cinema, ma quello lo farò».

Il suo nome circola anche nel toto-Sanremo...
«Mi divertirei moltissimo. Me lo chiesero tanti anni fa, era il festival con Raimondo Vianello. C’era una trattativa, poi lo fece un’altra (Veronica Pivetti, ndr). Con Vianello mi sarei divertita come una pazza: lui voleva fare una cosa alla Sandra e Raimondo, con Eva Herzigova nel ruolo della bella».

Nella sua carriera ha però incrociato altri due giganti, Maurizio Costanzo e Pippo Baudo.
«Due giganti davvero. Due grandissimi uomini colti, esperti. Baudo sapeva di musica quanto un direttore d’orchestra. Maurizio era uno degli uomini più spiritosi che ho conosciuto. Era gente che sapeva fare la grande tv, non servivano liti, battibecchi, sputi in faccia».

Con chi le piacerebbe lavorare in tv?
«Ho grande ammirazione per Antonella Clerici. Mi piacciono i lavoratori. Sono stata ospite da lei e in studio si sente un’atmosfera bellissima. Lei sa tenere in mano la situazione senza urlare, senza scene isteriche».

Nancy e la Sardegna.
«Vengo spesso in vacanza, soprattutto alla Maddalena. Ho un ottimo rapporto con l’isola. E ha un mare invidiabilissimo».

Lei è da sempre amatissima dal mondo Lgbt. Si sente un’icona gay?
«Oggi un po’ tutti vorrebbero esserlo e lo dichiarano. Basta chiedere ai diretti interessati, non posso essere io a dirlo».

Dopo Ballando il teatro: con “L’ebreo” che ha dovuto cambiare nome in “Il padrone”.
«Riprendiamo il nome originario del romanzo che Gianni Clementi aveva modificato. È uno spettacolo anche molto divertente, ma abbiamo dovuto cambiare nome per le tantissime minacce ricevute, per i teatri che ci hanno rifiutati per il titolo. Questo dice molto sulla condizione che stiamo vivendo».
 

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