Tullio Solenghi: «Non abbiamo mai tradito il Trio: la nostra ironia è come il vino Doc»
L’attore in scena in Sardegna insieme a Massimo Lopez: «Oggi mi fanno ridere Lillo e Greg, Maurizio Crozza e Corrado Guzzanti»
I loro sketch sono la storia dello spettacolo italiano. Tullio Solenghi e Massimo Lopez, insieme ad Anna Marchesini, hanno regalato al pubblico piccoli e grandi capolavori che, per fortuna, ancora oggi ogni tanto la Rai manda in onda. Quella grande televisione che fu oggi è possibile rivederla dal vivo, a teatro, dove Solenghi e Lopez mettono in scena il loro spettacolo, “Dove eravamo rimasti”, scritto dai due attori con Giorgio Cappozzo, in scena con la Jazz Company diretta dal maestro Gabriele Comeglio. Un viaggio sotto le luci del varietà che arriva l’8 gennaio alle 20.30 al Teatro Comunale di Sassari e il 9 e il 10 al Teatro Massimo di Cagliari per la rassegna Pezzi Unici, tutte tappe firmate Cedac.
Solenghi, da oltre 40 anni divide il palco con Lopez: che cosa vi unisce?
«Lo stesso modo di vedere la realtà, con l’occhio strabico di chi vuole sempre cercare di stravolgerla. Ovviamente in maniera ironica. Questo occhio strabico divertito, ironico ci ha sempre accomunati, anche con Anna. Questo era il menù della nostra amicizia, prima ancora di salire sul palco per metterla in pratica. Abbiamo sempre coltivato questo tipo di ironia che poi è sfociata in quello che abbiamo raccontato negli anni».
E cosa vi divide?
«Moltissime cose, siamo diversissimi l’uno dall’altro. Io ho famiglia, figli e nipoti, Massimo è single. Io sono un accanito tifoso di calcio e di tutti gli sport in genere, a lui interessano molto labilmente. Massimo è un fan di Frank Sinatra, io amo la musica barocca. Potrei andare avanti per giorni».
“Dove eravamo rimasti”. E dunque dove eravate rimasti?
«Con lo spettacolo, che riportiamo in scena da tre anni, abbiamo voluto riprendere un dialogo interrotto con il pubblico a causa del Covid. Il pubblico è la nostra famiglia allargata. Quando ci troviamo insieme, magari anche per un semplice selfie, notiamo che c’è sempre qualcosa della loro esistenza che è accaduta in quei 12 anni di Trio, c’è sempre un accostamento di un loro fatto privato a un nostro momento di televisione o teatro, che sia Fantastico o i Promessi sposi. Insomma, siamo ritornati a parlare ai nostri parenti e a farli sorridere».
Come si è evoluta la vostra comicità in questi 40 anni?
«È rimasta sostanzialmente quella. La nostra è denominazione di origine controllata. Siamo come il vino d’annata. Noi restiamo quelli dell’82. Pur avendo sempre rinnovato i contenuti, la nostra formula è la stessa. Siamo una mini compagnia teatrale, dove non ci sono mai stati ruoli fissi, ma ci siamo sempre trovati a fare la spalla dell’altro. Una intercambiabilità dei ruoli come a teatro».
Il personaggio di Lopez che la fa più ridere?
«Di sicuro Maurizio Costanzo. C’è una sorta di transfert: Massimo lo diventa per davvero. Come un po’ accade a me con Giampiero Mughini. Siamo anche diventati amici. Mi ha detto: mi hai fatto diventare simpatico, ti devo ringraziare».
E il suo personaggio più riuscito?
«Mughini sicuramente, ma anche il Renzo Tramaglino dei Promessi sposi, un po’ bonaccione, che entrava in scena con l’autoradio sotto il braccio».
Oggi chi la fa ridere?
«Oggi è meno complicato farsi conoscere, la rete ha reso tutti i protagonisti, ai nostri tempi c’erano i provini, le lunghe attese. Ma ritorniamo al discorso del vino: l’importante è riuscire a resistere, durare è una prerogativa riservata a pochi».
E dunque a farla ridere è...
«Io sono sempre stato un fan di Paolo Villaggio e oggi mi diverto con Lillo e Greg, Maurizio Crozza, Corrado Guzzanti. I buoni comici ci sono anche oggi».
Quanto manca un Pippo Baudo alla tv di oggi?
«Manca tanto, ma devo dire che è servito a tracciare il solco a quelli che stanno venendo dopo di lui. La totale padronanza del palco è prerogativa di pochi. E quando oggi vedo quelli che si misurano con Sanremo, che curano ogni minimo dettaglio, mi viene in mente Pippo».
Un’ultima cosa: pensa mai a cosa direbbe Anna Marchesini se vi vedesse ancora insieme su quello stesso palco dove tutto è cominciato?
«Forse avrebbe la tentazione di scendere dalla galassia in cui si trova per ritornare a condividere il palco con noi, con il nostro modo di stare insieme. Perché noi non l’abbiamo mai tradita, non abbiamo mai tradito il Trio. Il modo in cui ci presentiamo al pubblico è sempre lo stesso. E lei, ne sono certo, sarebbe completamente a suo agio. Magari potesse accadere...».
