Innovazione, Reach the goals: 128 startup italiane in prima linea per accelerare su Sdg 2030
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Roma, 24 giu. (Adnkronos/Labitalia) - E' stato presentato il nuovo report 'Reach the goals | Le startup italiane per gli sdg', la quarta tappa di un percorso di analisi e valorizzazione dell’ecosistema innovativo italiano avviato da Cariplo Factory nel 2020. Dopo aver raccontato l’impatto delle startup durante la pandemia con 'Startup vs Covid-19', celebrato l’imprenditoria femminile in 'Pow(h)er generation' e approfondito la sostenibilità con 'Sustainability waves', Cariplo Factory prosegue il suo impegno dando voce a 128 tra startup e pmi innovative che operano, ogni giorno, con soluzioni concrete ispirate agli obiettivi di sviluppo sostenibile (sdg) dell’agenda 2030. Sono solo una parte del più ampio ecosistema italiano dell'innovazione, ma le loro caratteristiche ne fanno un campione rappresentativo delle aziende che possono contribuire in maniera concreta, con soluzioni messe alla prova dal mercato, al raggiungimento dei goals previsti per il 2030. Dalla ricerca emerge infatti che tutte le startup coinvolte lavorano su uno o più sdg, con un’attenzione particolare al Goal 12 (consumo e produzione responsabili), al Goal 3 (Salute e benessere) e al Goal 13 (Lotta al cambiamento climatico). Al contrario, i meno presidiati dalle startup, sono il 17, 'Partnership per gli obiettivi', il 16, 'Pace, giustizia e istituzioni solide', il 10 'Ridurre le disuguaglianze' e l’1 'Sconfiggere la povertà', sintomo delle difficoltà nel trasformare in business sostenibili le tematiche più istituzionali e sistemiche. Il report, che ha ottenuto il patrocinio della Commissione Europea, si inserisce in un contesto nazionale e globale: secondo il Global sustainable development report 2024 solo il 17% dei target misurabili hanno buone probabilità di essere raggiunti entro il 2030, mentre quasi la metà (48%) sono a rischio di mancare l'obiettivo, pur tenendo conto di tutte le difficoltà di misurazione su scala globale. Anche l’ultimo rapporto Istat 2024 sottolinea non pochi ritardi nel raggiungimento degli sdg. Tuttavia, c'è spazio per l'ottimismo: innovazione, tecnologia e intelligenza artificiale sono indicate dai maggiori esperti e policy maker come strumenti cruciali per accelerare il percorso. Sono giovani, ma con una forte vocazione all’espansione verso l’estero e un livello di maturità tecnologica elevato (circa il 70% delle startup ha già ottenuto certificazioni o brevetti) le 128 startup e pmi innovative che hanno risposto al questionario del report 'Reach the goals'. In maggioranza si tratta di startup (66% del totale, rispetto al 34% di pmi innovative) di cui la metà in fase pre-seed e seed, il 20% in early stage e 30% in fase growth. Sono attive prevalentemente in ambito B2B, nel 70% dei casi, anche se non mancano quelle che si rivolgono al mercato consumer e a quello della pubblica amministrazione. Molte le sovrapposizioni che evidenziano il potenziale trasversale e cross-settoriale delle soluzioni tecnologiche innovative: una su quattro opera in almeno due segmenti contemporaneamente tra B2B, B2C e B2G. Oltre la metà delle startup e pmi è stata fondata solo dopo il 2021 e più del 90% ha preso forma dopo l'istituzione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nel 2015. Sono aziende nate, in tutti i sensi, nell'era degli sdg, e nelle loro dinamiche riflettono tutta la complessità di un mondo che vuole conciliare crescita economica con lo sviluppo sostenibile, perseguendo i vantaggi e benefici generati da entrambi. Molti complessi e trasversali i settori in cui operano le 128 startup e aziende innovative che hanno partecipato a Reach the goal: dall’agritech, che presidia il campo dei dispositivi di monitoraggio per l’agricoltura e il risparmio di risorse idriche (9,3% del campione intervistato), all’efficientamento energetico dove risultano imprese attive nella produzione di impianti geotermoelettrici innovativi e altri startupper che stanno implementando piattaforme per automatizzare i processi per la diffusione di impianti a fonte rinnovabile. Sono il 4,6% le imprese attive nel sociale, tra cui c’è chi sta lavorando per abbattere le barriere alla comunicazione per le persone sorde e chi - attraverso centri polispecialistici in città complesse come Milano - offre prestazioni in medicina, psicologia e riabilitazione a tariffe accessibili per tutti e gratuite per le fasce vulnerabili della popolazione. Non manca attenzione al mondo education, con giovani imprenditori che intrecciano ricerca, tecnologia e teatro per favorire percorsi di educazione, formazione e partecipazione verso le nuove generazioni. E ancora c’è chi sta lavorando per migliorare la ricerca del lavoro attraverso la tecnologia, come la startup dedicata alla crescita professionale di neogenitori e genitori. E ancora, tra le startup intervistate c’è chi intreccia cultura e tecnologia, come la piattaforma di itinerari che offre proposte di viaggio, cultura e sostenibilità seguendo percorsi alternativi ai circuiti turistici tradizionali, oppure l’app che favorisce l’accesso a migliaia di opere d’arte in alta risoluzione provenienti dai principali musei italiani e stranieri. Molto interessante la startup che applica le AI alla diagnosi medica per la diagnostica polmonare avanzata con l’obiettivo di creare il primo Large Language Model per la chirurgia e il monitoraggio dei pazienti; sempre nell’ambito medicale e della salute femminile (Fem tech), qualcuno sta creando la prima clinica virtuale in Italia dedicata alla menopausa. Tra le 128 imprese intervistate sono presenti anche realtà che lavorano nell’ambito dell’architettura e dei nuovi materiali: dalla progettazione di mobili per bambini con materiali sostenibili, modulabili verso una politica zero rifiuti allo sviluppo di materiali di nuova generazione ed eco-sostenibili ricavati dagli scarti dei tappi di sughero provenienti dalla Sardegna. Infine, c’è chi guarda verso alto e progetta sistemi di telecomunicazione satellitari miniaturizzati, mentre nel mondo foodtech si lavora con un dispositivo portatile in grado di rilevare la presenza di glutine nei piatti serviti nei ristoranti. Molte imprese di 'Reach the goals' hanno avuto origine da imprenditori e imprenditrici del Sud e che sono stati richiamati – nella costante ricerca di mercati di sbocco, capitali, connessioni - verso le regioni settentrionali del Paese, nelle quali risulta essere più semplice sviluppare il business, sia per possibilità di intercettare forme di investimento sia per il dinamismo del mercato dell’innovazione stesso. La localizzazione delle aziende rispecchia il divario esistente tra il Nord, dove ha sede il 64% del totale, e il Centro-Sud, da cui tuttavia numerosi imprenditori sono giunti per portare ricchezza all’intero ecosistema, partendo dalla terra d’origine. Lo stesso discorso può essere fatto per il genere dei founder: anche qui i numeri possono ingannare, a una prima vista, con il 63% delle aziende fondate da team composti unicamente da uomini e il 9% da sole donne. Da notare, tuttavia, come un team su tre sia caratterizzato da una composizione “mista”, con una significativa presenza femminile, segnale di un cambiamento in corso e di una progressiva rimodulazione dei rapporti di genere al di là di ogni netta contrapposizione. Le startup di 'Reach The Goals' sembrano prediligere alcuni obiettivi rispetto ad altri, come Consumo e produzione responsabili (Goal 12), indicato come principale dal 20% delle aziende, seguito da Salute e benessere (Goal 3) dal 16% e Lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13) dal 13%. In doppia cifra anche imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9) e città e comunità sostenibili (Goal 11), entrambi indicati dall’11%. Tutti gli altri obiettivi sono sotto quota 10%, con un solo Goal, il 16 (Pace, giustizia e istituzioni forti) non indicato da nessuna azienda come obiettivo principale. Gli obiettivi principali, però, si intersecano e si integrano sempre più con altri obiettivi presidiati con intensità differenti a seconda delle singole aziende, come Istruzione di qualità (Goal 4), Parità di Genere (Goal 5), Vita sulla Terra (Goal 15). Dal report emerge come tra il Sud e il Centro ci sia una netta prevalenza di imprenditori specializzati su pochi ma ben definiti sdg, come salute e benessere (Goal 3), istruzione di qualità (Goal 4), consumo e produzione responsabili (Goal 12) e lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13). Al Nord, invece, si assiste a una distribuzione sensibilmente più uniforme tra tutti gli obiettivi. Per quanto riguarda la distribuzione per generi, i team misti e composti unicamente da donne dominano nell’ambito dell’acqua pulita e servizi igienico sanitari (Goal 6) e consumo e produzione responsabili (Goal 12), oltre al più 'scontato' parità di genere (Goal 5), dove spicca, in negativo, l’assenza di team misti o solo maschili. I team misti, in questa speciale classifica, si collocano ai primi posti quando si tratta di Consumo e produzione responsabili (Goal 12), sconfiggere la povertà (Goal 1), acqua pulita (Goal 6) e partnership per gli obiettivi (Goal 17). Un dato a tinte chiaroscure che emerge da report è il contributo da parte del sistema Paese a sostenere imprese innovative e startup: nella maggior parte dei casi, gli imprenditori hanno contato sulle proprie forze, senza poter o voler accedere a bandi e finanziamenti dedicati all'imprenditoria sostenibile, se non per il 30% dei casi esaminati. Percentuale che scende al 20% per quanto riguarda le aziende localizzate nel Centro-Sud e in quelle fondate da sole donne. Una mancanza di supporto che colpisce maggiormente le aziende in fase pre-seed e seed, dove meno di un terzo è riuscito a beneficiare di bandi e finanziamenti dedicati; mentre per quanto riguarda l'early stage la percentuale migliora sensibilmente, e quasi la metà del totale ha potuto garantirsi un finanziamento. Tra i goal meno coperti da bandi e finanziamenti dedicati all’imprenditoria sostenibile spiccano città e comunità sostenibili (Goal 11) e lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13), con l'80% delle aziende che dichiarano di non aver ricevuto alcuna forma di sostegno dedicato; nell'ambito della salute e benessere (Goal 3), imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9), consumo e produzione responsabili (Goal 12) si scende al 60%, al di sotto quindi della media complessiva. Va meglio con i programmi di accelerazione e incubazione: quasi l'80% del totale delle aziende ha partecipato ai programmi, con importanti differenze in base ai singoli obiettivi. In particolare, le imprese attive in un Goal ampiamente presidiato come salute e benessere (Goal 3) sfiorano il 100% di partecipazione a programmi di accelerazione e incubazione, mentre Goal come energia pulita e accessibile (Goal 7) e Lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13) non arrivano al 60%, con una significativa percentuale di startup che dichiarano di non aver mai preso parte a programmi di questo tipo. Una nota positiva, in particolare, emerge dalla capacità delle singole aziende di valorizzare il proprio operato attraverso una misurazione volontaria d'impatto basata su bilancio di sostenibilità e sugli sdg. Una differenza, in questo caso, nell'ordine della doppia cifra percentuale: oltre l'80% delle startup che hanno realizzato almeno una delle due misurazioni ha ricevuto premi e riconoscimenti pubblici, rispetto a una percentuale che sfiora quota 70% per chi non ha realizzato alcuna relazione d'impatto. Un dato da prendere con le dovute cautele e proporzioni ma, in ogni caso, indicativo dell'importanza di compiere scelte ben precise quando si tratta della modalità di monitoraggio, analisi e, soprattutto, comunicazione verso l’esterno del proprio impegno nei confronti della sostenibilità. Infine, le startup di 'Reach the goals' dimostrano di aver già ottenuto un riscontro positivo in termini di investimenti: oltre il 70% di esse ha ricevuto almeno un round di investimento, con percentuali variano dal 57% di città e comunità sostenibili (Goal 11) all'80% di salute e benessere (Goal 3), fino a sfiorare il 90% in Imprese, innovazione e infrastrutture (Goal 9). Quattro aziende su cinque, infine, sono alla ricerca di nuovi round, con il 20% interessato a raccogliere oltre un milione di euro e un altro 25% oltre mezzo milione. Al centro sono ampiamente predominanti, tra gli investitori, incubatori e acceleratori, affiancati al Nord da business angel, venture capital e CVC in misura maggiore rispetto al resto del Paese. "Il nostro report - ha dichiarato Riccardo Porro, chief operating officer di Cariplo Factory - evidenzia il ruolo cruciale delle startup e pmi italiane nel colmare il divario sugli sdg, offrendo soluzioni innovative per imprese e istituzioni. Giovani, dinamiche, con brevetti e tecnologie testate in ambienti industriali, queste realtà stanno cambiando il paradigma, pur operando in un ecosistema che non sempre è in grado di offrire risorse e supporto adeguato Il contributo dell'ecosistema startup si concentra su alcuni macro-temi come consumo e produzione responsabili (Goal 12, 20%), salute e benessere (Goal 3%) e lotta contro il cambiamento climatico (Goal 13, 13%), un dato che riflette i settori in cui il nostro Paese esprime maggiore tradizione e ambiti di eccellenza, come quello della bioeconomia e dell’economia circolare. Settori cruciali che, però, necessitano di nuovi approcci, come può essere quello delle filiere. Difficilmente, infatti, un'azienda, per quanto grande, riesce ad affrontare queste complessità facendo leva solo sulle proprie competenze. Per questo crediamo che l’open innovation possa essere un modello vincente: facilita l’accesso a know how ed esperienze esterne, accelera l’adozione di tecnologie già disponibili sul mercato, il tutto stimolando la crescita delle migliori startup”. 'Reach the goals' ha ottenuto il patrocinio della Commissione Europea; e il sostegno dei technical partner Aifi, Bocconi4Innovation, Fondazione Social Venture Giordano dell’Amore, Innovup, Italian Tech Alliance, La carica delle 101, Lifegate Way, Shetech. Reach the goals è frutto di un’esperienza - quasi decennale - nella gestione di progetti di innovazione da parte del team di Cariplo Factory. In questo periodo di tempo sono state sviluppate competenze e metodologie proprietarie, che permettono di accelerare i processi trasformativi all’interno delle aziende, creare ecosistemi di innovazione, organizzare percorsi di crescita e internazionalizzazione per le startup. Da un punto di vista metodologico 'Reach the goals' è composto da 4 fasi principali: la call for startup, i criteri di selezione, la survey e gli actionable insights. La call for startup è il momento in cui gli innovatori sono stati chiamati ad aderire al progetto attraverso un form online, che per questa edizione è durato da ottobre 2024 a febbraio 2025. Il secondo step è stato quello dei criteri di selezione tra cui essere costituiti come startup o pmi innovativa, avere un trl (technology readiness level) pari o superiore a 4, avere la propria sede (principale) in Italia, essere attivi su almeno 1 sdg. Terzo step è la survey stessa che si compone di un questionario di circa 40 domande, realizzato dal team che in Cariplo Factory che è responsabile delle iniziative in ambito circular economy e sustainability. Infine, gli actionable insights, ovvero l’interpretazione dei dati, per la cui analisi Cariplo Factory può contare su un team con un’esperienza in oltre 100 progetti nel mondo dell’open innovation.