La Nuova Sardegna

I centri d'accoglienza

Nelle strutture dell’isola gli ospiti sono già 1800 e si sente l’onda arrivare

Nelle strutture dell’isola gli ospiti sono già 1800 e si sente l’onda arrivare

Tatti (Crei Acli): arrivi triplicati dopo la pandemia

18 aprile 2023
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È un salto indietro nel tempo, quando i centri d’accoglienza nell’isola si moltiplicarono come funghi in pochi mesi. Era il 2016 e gli sbarchi continuarono incessanti sino al 2018: in Sardegna si toccò la cifra record di 6mila migranti, molti dei quali minori non accompagnati e per questo al centro di speciali tutele. Le strutture di tipo tradizionale individuate dalle Prefetture iniziarono ben presto a non bastare e per questo fu necessario disporre bandi per reperirne altre. In Sardegna ci fu la risposta massiccia da parte di gestori di hotel e residence che nei mesi invernali andavano in letargo: moltissimi furono adattati alle nuove esigenze e trasformati in centri di accoglienza temporanei per migranti.

Sulla carta, la permanenza doveva durare da 6 mesi a un anno ma i tempi della burocrazia si rivelarono molto più lunghi al punto che in media ogni ospite trascorreva circa 2 anni nel centro. Poi gli sbarchi diminuirono gradualmente, sino ad arrestarsi del tutto durante la pandemia. Dall’inizio dell’anno il fenomeno è ripartito: oggi nelle strutture gli ospiti sono circa 1800, 300 in più rispetto all’inizio dell’anno. E sono al completo: per questo le Prefetture hanno indetto nuovi bandi per reperire altri spazi. Quella di Oristano cerca 150 posti, quella di Sassari 200, ciascuna struttura dovrà accogliere da un minimo di 10 a un massimo di 50 migranti. Entrambi i bandi sono consultabili online nel sito delle prefetture. (si.sa.)

 

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