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Bambini che giocano nelle macerie delle loro città rase al suolo: non accettiamo che sia la normalità

di Emma Maddaluno*
Bambini che giocano nelle macerie delle loro città rase al suolo: non accettiamo che sia la normalità

La guerra ci riguarda ovunque sia

14 novembre 2023
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Cosa è la felicità? La felicità è un sentimento soggettivamente variabile, in base al contesto sociale. Spesso ci reputiamo persone tristi, lamentandoci della nostra vita, ma se solo guardassimo al di fuori del nostro piccolo, vedremmo bambini e bambine, ragazzi e ragazze che vivono in un contesto di guerra e lo affrontano giocando nelle macerie di una città ormai rasa al suolo, in un campo profughi, con alle spalle vittime di guerra, ma loro si divertono, con quei pochi pupazzi che sono riusciti a salvare, viaggiando con l'immaginazione, distraendosi dagli orrori costretti a vedere quotidianamente. I bambini giocano tra di loro, trascurando l'etnia, il paese di provenienza, la cultura, la religione e il colore della pelle, con un sorriso sul volto, cercando di ignorare un contesto sociale che loro vivono come se fosse la normalità.

Ma vogliamo veramente normalizzare l'odio, la distruzione, l'uccisione di esseri umani, non rispettando nemmeno i corpi dei defunti, saltandoci sopra e mozzando le teste di bambini? Soldati che cullano i neonati, perché hanno perso i genitori, perché prima di essere militari sono persone, sono umani, sono padri di famiglia. Tutto questo, soltanto, per volere dei potenti? Vogliamo normalizzare il fatto che i bambini si addormentino tra le braccia della mamma che, però, non potrá garantire loro un futuro sicuro? I bambini dovrebbero giocare spensierati, festeggiare il compleanno con la famiglia e gli amici, ma soprattutto in allegria, non con i terroristi; mascherarsi per carnevale e per un giorno sentirsi tutto ciò che si vuole. Avere il futuro loro e della propria famiglia assicurato, non vivere con il timore di vedere i familiari nei nomi delle vittime di guerra. Siamo solo stati fortunati nascendo nel paese e nell'epoca giusta, perché anche noi abbiamo avuto anni di guerra con il Nazismo e il Fascismo, non dimentichiamo quello che abbiamo passato, perché ora lo vivono altre persone. Citando una famosa frase di Edmund Rruke “Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla”; frase incisa in tre lingue diverse, su un monumento collocato nel campo di concentramento di Dachau. Frase che dovremmo memorizzare e mettere in pratica e non dividerci in fazioni, tifando, come si fa con le squadre di calcio, perché non è una partita, ma la vita di bambini e ragazzi che vogliono solo giocare e avere una vita serena e spensierata, indipendentemente, dalla nazione che ora li condanna a vivere in un contesto di guerra e di morte.

*Emma è una studentessa dell’Istituto IIS Garibaldi Liceo delle Scienze Umane di La Maddalena
 

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