Sassari, raffica di furti a Predda Niedda: «Sappiamo chi è il ladro, ora lo arrestino»
Esercenti esasperati dopo i continui saccheggi tra aziende e auto in sosta. Gianni Erre, titolare di un’officina: «Abbiamo consegnato le prove alle forze dell’ordine»
Sassari Una lunga scia di furti, rabbia crescente e la sensazione, sempre più forte, di essere stati abbandonati. È il clima che si respira nella zona industriale di Predda Niedda, dove da mesi si moltiplicano i colpi notturni ai danni di auto in sosta, molte delle quali lasciate lì per essere riparate nelle officine.
L’ultimo colpo nella notte tra giovedì 10 e venerdì 11. Il ladro – che secondo diversi testimoni e titolari di attività sarebbe stato più volte immortalato dalle telecamere di videosorveglianza – continua ad agire indisturbato, nonostante le numerose denunce presentate alle forze dell’ordine e le immagini consegnate agli investigatori. Il modus operandi è sempre lo stesso: l’uomo si muove nelle ore notturne, si avvicina alle auto in sosta – spesso mezzi affidati a meccanici o carrozzieri – rompe i finestrini e saccheggia l’abitacolo, portando via tutto ciò che trova, dalle autoradio agli effetti personali. Un’azione sistematica, che si è ripetuta decine di volte negli ultimi mesi e che ha gettato nello sconforto chi lavora e vive nella zona.
«Siamo esasperati – denuncia Gianni Erre, titolare di un’officina già presa di mira in quattro occasioni –. Abbiamo fatto le denunce e consegnato i video alle forze dell’ordine in cui si vede chiaramente l’autore dei furti, ma continuiamo a subire saccheggi notturni. Ci auguriamo che la magistratura intervenga, perché questa situazione potrebbe portare qualcuno a farsi giustizia da solo».
Non si tratta di un episodio isolato. Diversi artigiani, imprenditori e residenti della zona raccontano la stessa storia: auto danneggiate, clienti furiosi, spese da sostenere e la costante sensazione di impotenza. In molti sostengono di conoscere l’identità dell’uomo responsabile delle razzie, le cui generalità sarebbero già state fornite agli inquirenti.
«Ci sentiamo lasciati soli – racconta un altro meccanico della zona – abbiamo investito tutto nel nostro lavoro e ora dobbiamo anche temere per la sicurezza dei mezzi dei nostri clienti. Non è più tollerabile. Le prove ci sono, i video anche. Ma lui è ancora a piede libero». Il timore, espresso apertamente da più di una persona, è che la situazione possa degenerare. La richiesta è unanime: un intervento urgente da parte delle autorità competenti, prima che la frustrazione si trasformi in pericolo. Nel frattempo, a Predda Niedda, ogni notte è una roulette russa. E la fiducia nella giustizia comincia a vacillare.