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Papà Gino, le scrivo con profondo rispetto

di Stefano Pilia*
Papà Gino, le scrivo con profondo rispetto

La lettera. «Il contrario di dolore non è felicità  Spero che lei possa trovare la forza e la pace»

14 dicembre 2023
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Caro Gino,

mi rivolgo a lei cercando di evitare la retorica del cordoglio inutile ma provando a dirle quanto la ammiri. Senza ricorrere o invocare, neppure per un momento, la legge del taglione, ritorsioni violente o, banalmente, degli insulti vuoti. Lei ha dimostrato un’intelligenza sociale che per me è ancora un percorso tutto da conquistare. Credo sia evidente la sua vocazione a essere padre, continua a esserlo per Elena e Davide in modo straordinario, e il suo autocontrollo è una lezione grande ai loro occhi, e forse, per noi, più di tante ore di educazione civica.

So che in nessun modo le parole di conforto, per quanto siano sincere, saranno mai in grado di restituirle Giulia, ma sono qui per dirle che il suo dolore non andrà sprecato, neanche tutto ciò che ho imparato dai suoi gesti e dalle sue parole, caro Gino, ad esempio la sua capacità di trasformare la tragedia in quest’opportunità di cambiamento: è un po’ come se seminasse con fiducia in un campo fecondo ma trascurato, che tutti considerano arido: sto parlando dei ragazzi come me, che presi dalla frenesia dei mille impegni spesso non si fermano a rimproverare un amico quando lo ritengono superficiale nei confronti delle coetanee, delle amiche, delle fidanzate. Sono consapevole che, di fronte a un evento così tragico, può sembrare difficile trovare una ragione o un senso.

Il senso lo sta dando lei. Non è poco. Mi fa venire in mente De André che cantava: «Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior». Vorrei che sapesse che ci sono molti giovani come me che condannano fermamente qualsiasi atto di violenza.

È cruciale far comprendere che tali gesti non riflettono l'intera generazione. Sono certo che se Giulia fosse qui oggi sarebbe fiera delle sue scelte. Anche se posso solo immaginare il dolore che sta attraversando, desidero farle sapere che, nonostante le nostre esperienze possano essere diverse per età e percorsi di vita, sono qui per offrirle il mio sostegno e la mia solidarietà in questa lotta.

Ho capito da lei che il contrario di dolore non è felicità, ma costruzione, che sia più produttivo e risolutivo contrapporre l’amore all’odio, la condivisione all’indifferenza.

Spero che lei possa trovare la forza e la pace necessarie per affrontare questa terribile perdita.

Nonostante il fardello immenso che sta portando sulle spalle, lei dimostra una fermezza d'animo che non possono non essere un modello, e Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di modelli, di testimoni credibili, Gino. La sua famiglia ha attraversato una tragedia inimmaginabile, eppure, tutti assieme trovate la forza di trasformare il dolore in un messaggio di speranza. Caro Gino, le auguro che il tempo possa in qualche modo alleggerire il peso di questo dolore inimmaginabile e possiate trovare pace nel ricordo.

Con il più profondo rispetto e sostegno, un abbraccio

Stefano

*Stefano frequenta la 3L dell’Istituto Biotecnologico “De Sanctis Deledda” a Cagliari


 

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