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Cattolici e Ortodossi, tante differenze ma lo spirito della festa è lo stesso

di Caterina Mossa*

	Un monastero della chiesa ortodossa a Marrubiu
Un monastero della chiesa ortodossa a Marrubiu

Gesù nasce il 25 dicembre per gli uni e il 7 gennaio per gli altri

15 dicembre 2023
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Anche quest’anno è giunto con il mese di dicembre e le sue feste tra cui il Natale. Secondo la religione cattolica il Natale si festeggia il 25 dicembre. Pensate invece che effetto farebbe festeggiarlo durante la prima settimana del Nuovo anno? E’ il caso del Natale ortodosso che viene celebrato il 7 gennaio, il 25 dicembre per gli ortodossi è un giorno come gli altri in cui si lavora. La domanda più spontanea è se vi siano somiglianze tra celebrazione natalizia cattolica e ortodossa e in cosa invece possano differire. Per capirlo, è necessario immergersi nelle tradizioni natalizie ortodosse prendendo come caso quella della Serbia, nei Balcani.

Partiamo dunque dal 6 gennaio in cui si celebra la vigilia di Natale; per gli ortodossi l’Epifania non esiste e di conseguenza nemmeno l’usanza delle calze piene di dolciumi e della Befana. I preparativi della vigilia (badnji dan) cominciano dal mattino: chi abita in campagna si reca nei boschi a raccogliere rami di quercia (badnjak) che verranno posti davanti alla porta della propria casa. È un giorno importante in cui si preparano tutte le pietanze per il giorno seguente tra cui insalata russa, involtini di cavolo farciti con carne macinata e il maiale allo spiedo. Questi cibi potranno essere consumati esclusivamente a Natale in quanto alla Vigilia non è consentito mangiare carne e derivati. Ecco dunque una profonda differenza col Natale cattolico in quanto al cosiddetto “cenone” di solito non manca mai la carne.

Nelle famiglie ortodosse, prima di cenare vi era una tradizione che ora si attua più raramente: le persone più anziane disponevano sotto la tavola della paglia secca in cui venivano inseriti dolci e monete “simulando” le galline che covavano nella paglia. I bambini erano invece dei “pulcini” che andavano a cercare i premietti in mezzo alla paglia secca. Dopo questa usanza inizia la cena con la famiglia e una volta terminata, ci si reca alla messa: fatto affine alle tradizioni cattoliche. Arriva il 7 gennaio, è Natale si va nelle prime ore del mattino alla messa e poi si pranza con i familiari. Anche in questo caso si applica una tradizione: si prepara un pane con all’interno una moneta e prima di tagliarlo, si fa una preghiera, lo si fa tenere in mano a tutti i familiari e si spezza. Chi avrà il pezzo di pane con all’interno la moneta, sarà fortunato per tutto l’anno. Il pranzo può iniziare: si consumano le pietanze preparate e gli avanzi della Vigilia (in caso ci fossero) in quanto lo spreco, soprattutto in queste festività, è assolutamente vietato. Si effettua poi lo scambio dei regali e si continuano i festeggiamenti; infatti secondo la tradizione ortodossa è Natale fino al 9 gennaio.

Come si può notare, sono presenti profonde differenze, ma vi sono grandi affinità soprattutto per il senso di festa condiviso in famiglia.

*Caterina è una studentessa del liceo Galilei di Macomer


 

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