Violentarono due minorenni: condannati in appello due uomini di Castelsardo
Ribaltata la sentenza assolutoria di primo grado. L’episodio risale al Ferragosto di quattro anni fa
Sassari Nel luglio di due anni fa il gup di Sassari, ritenendo che non vi fossero elementi probatori a carico di due giovani di Castelsardo, li aveva assolti dall’accusa di violenza sessuale. Abusi che per il pubblico ministero Angelo Beccu sarebbero stati invece commessi con certezza ai danni di due ragazzine minorenni di Cagliari. E per questo motivo aveva chiesto la condanna dei due imputati (trentenni). Istanza non accolta dal giudice. Così come era stata rigettata la medesima presentata dagli avvocati di parte civile Agostinangelo Marras e Paolo Spano.
Il pm, lette le motivazioni della sentenza, aveva proposto appello e ieri mattina è arrivata la decisione della corte presieduta da Maria Teresa Lupinu (a latere Marina Capitta e Gianni Delogu) che ha ribaltato il verdetto di primo grado. I due imputati (che erano difesi dagli avvocati Nino Cuccureddu e Carlo Ermini) sono infatti stati condannati a tre anni e quattro mesi e a un anno e dieci mesi, oltre al pagamento di provvisionali pari a diecimila e a cinquemila euro.
La differenza di pena è probabilmente dovuta alla diversa posizione degli imputati sotto il profilo “dell’azione concreta”. Secondo la ricostruzione dell’accusa, infatti, uno dei due avrebbe commesso una violenza completa ai danni di una delle vittime mentre nei confronti dell’altra ci sarebbe stato un approccio comunque non voluto dalla persona offesa ma in quel caso, fortunatamente, la ragazzina sarebbe riuscita a divincolarsi e a sfuggire allo stupro.
La vicenda risale a quattro anni fa e si era verificata a Castelsardo la sera di Ferragosto. Dopo una festa alla quale avevano partecipato diversi giovani, le due ragazze di Cagliari sarebbero state avvicinate dai due imputati. Un approccio che in un primo momento deve esser sembrato loro persino “normale”. Ma, sempre stando alla ricostruzione dell’accusa, a un certo punto i ragazzi sarebbero riusciti a tendere una trappola alle giovani vittime attirandole in un appartamento del borgo. E qui sarebbero avvenuti gli abusi.
In primo grado, al termine del rito abbreviato, il gup aveva accolto le richieste degli avvocati difensori. Ora la corte d’appello ha invece ritenuto fondata la tesi del pubblico ministero Angelo Beccu, applicato come pg nel secondo grado di giudizio. Il pm aveva in particolare contestato una perizia che aveva avuto un peso non indifferente per l’assoluzione degli imputati. Le due ragazze, in sostanza, venivano considerate attendibili, credibili in astratto, ma – come sottolineato da Beccu – la stessa perizia conteneva alcune considerazioni del tutto gratuite sulle persone offese, determinando in questo modo una sorta di “processo alla donna”.