La Nuova Sardegna

i Enrico Carta Oristano Se andrà tutto per il meglio il conto si aggirerà attorno ai tre milion...

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i Enrico Carta Oristano Se andrà tutto per il meglio il conto si aggirerà attorno ai tre milioni e mezzo. Se invece si scoprirà che la falda acquifera è inquinata bisognerà salire di almeno un milione di euro. Se non è un salasso questo, è difficile trovare un termine alternativo per la cifra che il Comune dovrà sborsare per bonificare l’area di Pauli Mattauri tra Oristano e Silì. Nei giorni scorsi si è conclusa positivamente la conferenza di servizi, ma quell’avverbio non inganni: positivamente significa che gli accertamenti fatti sul terreno dove per quattro anni, dal 1986 al 1989, sono stati completati per intero. È solo quindi una certificazione della bontà delle azioni messe in pratica dai tecnici chiamati a stabilire la composizione del terreno e a indicare quali materiali fossero presenti. La buona notizia è che la presenza di rifiuti, ignorati per così tanto tempo dal Comune sino a che non è arrivata la sentenza del Tar che ha costretto l’amministrazione ad avviare la bonifica rinviata così a lungo, non ha comunque fatto registrare la presenza di materiali inquinanti. Significa che la parte più in superficie non ha bisogno di procedure complesse per essere ripristinata e i rifiuti da recuperare potranno essere smaltiti senza troppi problemi. Poi però, il terreno, appartenente al privato che l’aveva affitato al Comune perché ci facesse una discarica di inerti 38 anni fa, andrà comunque ricoperto. Farlo sarà alquanto costoso e, a seconda della procedura che verrà imposta, avrà una differenza di un milione tra il costo minimo di circa tre milioni e mezzo e quello massimo di quattro e mezzo. Ma non è finita qui, perché la pratica che viene seguita da Raffaele Melette, commissario ad acta nominato dal Tar, presenta ancora molte incognite. Quella dell’esame del terreno era solo la prima parte di un lavoro che adesso andrà a verificare le condizioni della falda acquifera che si trova sotto il terreno di Pauli Mattauri. Il fatto che i rifiuti non fossero altamente inquinanti lascia ben sperare che l’acqua non abbia subito infiltrazioni particolari, ma la certezza la si avrà soltanto al termine delle analisi. Se dovessero esserci problemi di inquinamento, allora la procedura sarà molto più complessa e dispendiosa. Intanto sono stati già individuati i punti in cui saranno effettuate le trivellazioni per i prelievi di acqua da analizzare. In ogni caso, l’amministrazione deve iniziare a pensare al modo in cui risparmiare per lo meno tre milioni e mezzo, magari facendo gli scongiuri perché ci si fermi a quella cifra. Se si dovesse salire di molto, il disastro per le casse dell’ente sarebbe completo. A proposito di numeri, se la bonifica fosse stata fatta nel 2001, secondo il primo conteggio in euro, se ne sarebbero spesi 900mila. Si decise di non pagare e di affrontare la causa: gli esiti di quella scelta, sono in parte già chiari.
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