La scuola e il giornalismo contro il pensiero unico
La ricerca di informazioni su varie fonti stimolava lo sviluppo della critica persona, adesso con il largo uso dell'intelligenza artificiale si rischia che milioni di persone, ponendo una determinata domanda, ricevano tutte la stessa risposta
Il fenomeno dell’omologazione di massa, la tendenza a conformarsi e allinearsi ad un modello preconfezionato, sta crescendo perché favorito da nuovi strumenti mediatici. Già in passato intellettuali come Pier Paolo Pasolini ci parlavano di omologazione di massa, puntando il dito contro la civiltà dei consumi e l’influenza dei mass media, in particolare della Tv. Oggi il fenomeno è amplificato dai social network che, nonostante possano costituire un ottimo spazio per una comunicazione plurale, rappresentano un veicolo di omologazione in ogni ambito.
Un altro strumento che potrebbe contribuire all’omologazione è l’intelligenza artificiale. Se prima avevamo a disposizione un ventaglio di fonti da cui attingere, adesso, con l’intelligenza artificiale, milioni di persone, ponendo una determinata domanda, rischiano di ricevere tutte la stessa risposta. La conseguenza più preoccupante è senz’altro la tendenza al pensiero unico, l’assenza di un proprio pensiero critico. E dunque quali azioni si possono mettere in campo per contrastare il fenomeno? Il primo passo è prenderne consapevolezza, poi lascuola ha un ruolo fondamentale nella crescita personale degli studenti, così come un giornalismo indipendente e plurale contribuirebbe ad invertire questo sistema di manipolazione dell’opinione pubblica e della coscienza collettiva.
*Elisabetta frequenta il liceo Azuni di Sassari