La Nuova Sardegna

Alghero

«Alghero è una città sicura tutti i reati sono in calo»

di Gian Mario Sias
«Alghero è una città sicura tutti i reati sono in calo»

La chiusura dei due locali sul lido di San Giovanni è stato «un atto dovuto» «Grazie al coordinamento fra le forze dell’ordine, raggiunti risultati apprezzabili»

22 agosto 2015
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ALGHERO. «Alghero è una città sicura». È il messaggio che sta più a cuore al questore di Sassari, Pasquale Errico. Nella Riviera del Corallo non è arrivato il tempo dei bilanci, la stagione estiva è ancora lunga, la città trabocca di turisti e le previsioni lasciano sperare che si possa andare avanti almeno sino a metà ottobre con numeri che non si vedevano da un pezzo. Ma dopo un mese passato a discutere di paure, di rapine, di vandali, di risse, di richieste d’intervento e di provvedimenti che hanno fatto discutere, il massimo dirigente dell’imponente struttura di via Palatucci non si sottrae alla richiesta di tracciare un quadro complessivo della situazione.

«Un conto sono le sensazioni, la percezione d’insicurezza che si può avere a livello individuale o collettivo – spiega Errico – un’altra cosa sono i numeri». E dati alla mano «ad Alghero come in tutto il territorio provinciale registriamo un trend positivo, il numero dei reati è in calo, che si parli di episodi di vandalismo o di reati contro il patrimonio», è il secondo messaggio attraverso cui il questore vorrebbe riportare un po’ di serenità nella città catalana. E se i reati sono in calo, e qui i messaggi diventano tre, è per un motivo molto semplice. «La polizia c’è, le forze dell’ordine ci sono e lavorano in maniera coordinata», assicura Pasquale Errico. «Ad Alghero come in altre località a forte vocazione turistica, dove in estate la popolazione aumenta, le nostre forze sono state implementate in maniera adeguata – racconta il questore – attraverso l’arrivo da tutta Italia di personale proveniente dai reparti di prevenzione del crimine».

Quanto alla collaborazione e al coordinamento con le altre forze dell’ordine, Errico non ha dubbi. «Anche di recente nel commissariato algherese c’è stata una riunione con i carabinieri, la guardia di finanza e la polizia locale – racconta – è stato definito e avviato un progetto di controllo coordinato del territorio, e le prime risposte sono decisamente apprezzabili».

Poi il discorso scivola inevitabilmente sull’argomento più discusso di Ferragosto. Una settimana fa Pasquale Errico ha disposto la chiusura per quindici giorni del Maracaibo e del Kelu, i due chioschi sul lungomare San Giovanni che nel giro di due anni si sono conquistati il titolo di dominatori incontrastati della movida catalana.

A molti in città quel provvedimento è parso eccessivo. Presa in seguito a una rissa in cui un turista svizzero di origine bosniaca ha riportato una frattura scomposta della mandibola e ha preferito anticipare la fine delle sue vacanze, la decisione del questore aveva scatenato le reazioni di tutti, dalle istituzioni alle forze economiche, oltre ovviamente ai diretti interessati. Certo della bontà della scelta fatta, Errico evita di entrare in polemiche di qualsiasi genere. «È ovvio che si sia trattato di una decisione sofferta, perché indirettamente colpisce i livelli occupazionali in un periodo dell’anno particolarmente strategico per questo tipo di attività – dice – ma era mio dovere intervenire, non posso abdicare alle mie funzioni e fare finta che non sia successo nulla». Nessuno vuole colpire gli imprenditori, certamente non la Questura di Sassari, «ma anche il controllo degli esercizi pubblici rientra nel controllo del territorio – conclude il questore – siamo presenti, proprio come ci è stato richiesto, operiamo al servizio dei cittadini e preveniamo qualsiasi pericolo legato alla sicurezza».

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