La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, la Ecopramal devastata dall’incendio: «Ricominceremo da capo»

di Gian Mario Sias
Alghero, la Ecopramal devastata dall’incendio: «Ricominceremo da capo»

I danni all'azienda ammontano a 40mila euro. I due giovani imprenditori: «Mai pestato i piedi ad alcuno, per noi è inspiegabile»

23 ottobre 2015
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ALGHERO. «Ci hanno azzerato». Le parole sanno essere di una precisione disarmante. Non serve molto altro per capire lo stato d’animo di Sergio Baldinu, 37 anni, di Alghero. Insieme a Vittorio Caria, un anno più grande, anche lui algherese, ha fondato la Ecopramal, società specializzata nella raccolta, nel trasporto, nel recupero e nel riciclo dei rifiuti speciali, operativa anche nel campo dei servizi di consulenza ambientale in tema di adempimenti normativi.

Del piccolo gioiello messo in piedi a San Marco non è rimasto praticamente nulla. Dopo il rogo doloso nella notte tra il 20 e il 21, gli impianti sono stati trasformati in un cumulo di macerie. Per Sergio Baldinu e Vittorio Caria si tratta di ripartire da zero, e bastano poche parole per capire come si sentono.

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Ma quando sente parlare di mollare, di lasciar perdere, di rinunciare, il più giovane dei due si rianima. «Andiamo avanti, questo è sicuro – dice Baldinu – non sappiamo quando e come, ma riprenderemo». Tra lunedì e martedì dei malviventi hanno tagliato la rete di recinzione del loro stabilimento, hanno violato la proprietà e hanno dato alle fiamme la pressa utilizzata per compattare carta, plastica e altri materiali da recupero.

Bruciato anche il furgoncino utilizzato per ritirare le materie prima e per effettuare le consegne. Ma sono andati in fumo anche un bel po’ di materiali già lavorati e pronti per essere portati ai committenti. «Il danno materiale si aggira intorno ai 40mila euro», è la stima di Sergio Baldinu.

La società è stata fondata nel 2009 ma è entrata in attività nel 2012, i macchinari erano nuovi e di concezione recente. «Ma se facciamo un calcolo reale della perdita, tra danni, lavori non consegnati e tutto il tempo che dovremo restare chiusi e non potremo accettare commesse, siamo intorno ai 200mila euro». Ai soldi si aggiunge lo scoramento per aver assistito impotenti alla violenza di un gesto che in pochi attimi ha mandato in fumo, letteralmente, sei anni di sacrifici. E la rabbia è tanto più grande perché i soci di Ecopramal non riescono proprio a immaginare chi possa avercela con loro. «Non abbiamo pestato i piedi a nessuno, siamo piccoli, facciamo il nostro e non abbiamo certo messo su chissà quale giro d’affari».

Quello è semplicemente il loro lavoro. Baldinu e Caria non hanno dipendenti, della pressa come del ritiro dei materiali e di qualsiasi altra attività si occupano direttamente. «Aspettiamo di sapere qualcosa in più dalle indagini – conclude Baldinu – nel frattempo c’è davvero poco da dire». Per il momento la certezza di questi due giovani imprenditori che si erano costruiti da soli un presente e un futuro è una sola. «Riprenderemo».

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