La Nuova Sardegna

Alghero

Porto Conte, per l'istituzione del nuovo Comune manca solo l'ok del consiglio regionale

di Gian Mario Sias
Il golfo di Porto Conte
Il golfo di Porto Conte

La decisione della Regione comunicata al sindaco di Alghero in seguito al mancato accordo in sede di commissione paritetica. L'amministrazione ha 120 giorni per esprimere un parere

11 novembre 2015
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ALGHERO. Ora non ride più nessuno. Quella che per anni è stata trattata come una sparata, archiviata alla voce “provocazioni” e liquidata tra risate di sufficienza, ora è disegno di legge. L’iter per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte ha superato il penultimo ostacolo. Manca solo l’approvazione in consiglio regionale. Arriverà fra non meno di 120 giorni, il tempo che l’assessore regionale degli Enti Locali ha dato al Comune di Alghero per esprimere il proprio parere sulla separazione di tutta l’area che comprende il Parco naturale e l’Area marina, le Grotte di Nettuno e le borgate a vocazione rurale.

A ufficializzare la decisione di Cagliari è stata proprio la lettera inviata nei giorni scorsi da Cristiano Erriu al sindaco di Alghero, Mario Bruno, e al Comitato di Rinascita della Bonifica, fulcro del Comitato promotore. «Preso atto del mancato accordo in sede di Commissione paritetica – scrive Erriu – si trasmette il progetto ai fini dell’espressione del parere», che è previsto per legge e «dovrà essere espresso entro centoventi giorni – aggiunge – trascorso inutilmente tale termine, il parere è da intendersi favorevole». Che nei prossimi quattro mesi il Comune di Alghero non si pronunci è probabile tanto quanto un voto a favore dell’indipendenza di Maristella e dintorni.

Ora che gli uffici regionali hanno predisposto il disegno di legge e che l’iter per l’istituzione del nuovo Comune di Porto Conte si è sbloccato dopo sette mesi di attesa, «il Comitato promotore richiede al consiglio regionale di fare gli interessi della Sardegna e non di un singolo Comune che abbandona le proprie comunità rurali», è l’attacco frontale dei “portocontiani” o “portocontesi”, come potrebbero chiamarsi già tra qualche mese.

Dopo il via libera dell’Ufficio Enti Locali, la pratica riprende spedita il proprio cammino ed entra nella sua fase conclusiva. «Come promotori dell’iniziativa abbiamo lavorato in silenzio, sensibilizzando gli uffici regionali attraverso documenti e video che testimoniano l’abbandono del territorio e gli atti molto deboli compiuti dall’attuale amministrazione comunale per cercare di porre rimedio a decenni di incuria», accusano i vertici del Comitato della Rinascita della Bonifica.

«A Cagliari abbiamo dovuto superare le resistenze politiche – spiegano – e in modo determinato abbiamo cercato le soluzioni con perseveranza, la politica non può prevaricare la legge». Quella che sino a qualche giorno fa sembrava una follia, oggi rischia di stravolgere la geografia politica della Riviera del Corallo. I promotori non stanno nella pelle, rivendicano il loro merito e intanto preparano i mezzi pubblici per presentarsi all’ingresso del consiglio regionale il giorno che la legge istitutiva andrà in approvazione, così da spiegare con tutta la chiarezza di cui sono capaci le ragioni delle loro attese. Ma nel frattempo non lesinano critiche agli amministratori di Alghero.

«Abbiamo assistito a una politica locale indifferente e stizzita, il nostro territorio ha atteso con grande speranza che il sindaco assumesse iniziative concrete per colmare il gap infrastrutturale, di servizi e di progetto di uno degli agri più fortunati e più maltrattati di tutta la Sardegna», affermano senza troppi giri di parole. A breve dei problemi di Porto Conte si dovranno occupare di persona.

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