La Nuova Sardegna

Alghero

«Pronti a resistere a Surigheddu e Mamuntanas»

di Gian Mario Sias
«Pronti a resistere a Surigheddu e Mamuntanas»

Gli allevatori denunciati non si considerano fuorilegge Le loro aziende garantiscono occupazione a 50 persone

07 maggio 2016
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ALGHERO. Non si sentono dei fuorilegge, non sono contrari al rilancio di Surigheddu e Mamuntanas ma non accettano di essere estromessi dai progetti della Regione senza essere ascoltati, come se non avessero voce in capitolo. Gli allevatori di Surigheddu e Mamuntanas vogliono il dialogo. Due giorni fa alcuni di loro sono stati denunciati dagli uomini del corpo forestale per occupazione e pascolo abusivo. Nei prossimi giorni la stessa sorte dovrebbe toccare anche agli altri. Nei loro confronti indaga la Procura di Sassari, alla quale si sarebbe rivolta la Regione alla fine del 2015. È probabile che la denuncia risalga al momento in cui la giunta Pigliaru ha deciso di riprendere in mano la “questione” dell’azienda agraria di proprietà regionale, 1200 ettari in tutto, improduttiva da quarant’anni. Secondo qualcuno la loro presenza è totalmente abusiva. Ma i diretti interessati fanno risalire il diritto a quei pascoli dagli accordi stretti negli anni Settanta con l’ultimo proprietario privato della tenuta, tale principe Fugaldi. Adire le vie legali, insomma, potrebbe portare a un contenzioso dal finale imprevedibile, rallentando un progetto di sviluppo dal quale Alghero e tutto il territorio si aspettano moltissimo. Ecco perché il problema diventa politico. Nei mesi scorsi il consiglio comunale si è apertamente schierato dalla parte degli allevatori che a Surigheddu «da alcuni decenni vi abitano e lavorano con i propri familiari, che in condizioni di completa solitudine e isolamento, garantiscono il presidio del territorio e, al contempo, allevano bestiame, coltivano porzioni di terre, contribuendo con fatica ad arricchire l’offerta di produzioni locali». Anche il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, visitando la tenuta aveva rimarcato l’impossibilità di eludere quella presenza e di voler discutere delle possibili soluzioni. «Nei giorni scorsi ho ricevuto una richiesta di incontro dall’avvocato Danilo Mattana, che rappresenta gli interessi degli allevatori di Surigheddu», dice oggi Mario Bruno. «È giusto esigere il rispetto della legalità, ma occorre trovare una soluzione che tenga conto della complessità della situazione – sostiene il sindaco – le cose non si possono fare a prescindere». Bruno ha a cuore soprattutto il risultato. «A noi preme che quel compendio torni a essere produttivo, vogliamo fare in modo che crei lavoro e sviluppo – conclude – e anche a questo scopo, la situazione degli allevatori va affrontata». La legge fa il suo corso e i controlli andranno avanti, ma istituzioni e allevatori lavorano per arrivare a un confronto. «Le imprese agricole che lavorano a Surigheddu hanno un forte impatto sull’economia locale, versano latte sardo alle cooperative del territorio e approvvigionano la filiera casearia e quella dell’agnello sardo igp», spiega Danilo Mattana. «Questi allevatori costituiscono una grossa fetta della zootecnica algherese – aggiunge – e garantiscono reddito e occupazione ad almeno 50 persone». Tutti buoni motivi per ascoltarli.

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