La Nuova Sardegna

Alghero

Anfora romana nascosta dentro un peschereccio

di Gavino Masia
Anfora romana nascosta dentro un peschereccio

Il reperto archeologico si trovava all’interno della stiva coperto dalle reti Il materiale è in perfette condizioni e sarà analizzato dalla Soprintendenza

25 giugno 2016
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ALGHERO. Da un controllo di routine effettuato l’altro ieri dalla Guardia costiera su un peschereccio iscritto al compartimento di Cagliari, a 13 miglia dal porto di Alghero, è stata rinvenuta, sotto le reti da pesca, un anfora di tipo Romano quasi intatta. Il materiale archeologico si trovava illegalmente a bordo del motopesca "Gisella", abilmente nascosto, ma nel corso dell’attività di controllo pesca condotta dal comando della Capitaneria di porto è saltato magicamente fuori un reperto archeologico di grande valore. Al motopesca è stato ordinato l'immediato rientro nel porto di Alghero, per formalizzare gli atti di polizia giudiziaria, e la stessa autorità giudiziaria catalana ha autorizzato il sequestro dell’anfora e inviato la notizia di reato alla Procura della Repubblica, la quale ha disposto la consegna del reperto alla Soprintendenza per i beni archeologici della Provincia di Sassari. Gli esperti archeologici hanno fornito istruzioni telefoniche per la corretta conservazione del reperto durante il trasporto in direzione della Capitaneria di porto, avvenuto ieri mattina, in attesa del ritiro da parte della Soprintendenza: nei prossimi giorni si faranno le opportune valutazioni per la datazione del reperto, e dalla forma si potrà stabilire l’esatta provenienza dell’anfora e soprattutto l’eventuale carico che trasportava la nave dell’epoca. Il reperto sarà portato anche al Centro di restauro per essere desalinizzato. L’operazione di controllo era cominciata quando l’imbarcazione della Guardia costiera aveva affiancato il motopesca cagliaritano, mentre navigava a ovest dell'area marina protetta di Capo Caccia, e una volta saliti a bordo i militari hanno effettuato un controllo accurato dei locali interni e delle stive, rinvenendo proprio l’anfora di epoca romana nelle celle di stivaggio delle reti. Il mare del golfo dell’Asinara risulta ricco di reperti archeologici, secondo gli studiosi del settore, e in diverse occasioni nelle stive delle imbarcazioni da pesca sono stati trovati oggetti di epoca Romana che si incagliavano nelle reti da pesca, soprattutto quelle usate dai pescherecci dello strascico. Dagli studi effettuati sulle rotte marittime antiche, inoltre, risulta che le navi che passavano per Turris Libisonis, dirette a Roma, provenivano dalla Spagna.

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