La Nuova Sardegna

Alghero

Acque reflue per irrigare: secco “no” delle borgate

di Gianni Olandi
Acque reflue per irrigare: secco “no” delle borgate

Imprenditori e residenti della Nurra non si fidano del depuratore di San Marco Il Comune, ha assicurato l’assessore Cacciotto, vigilerà sulla sperimentazione

10 luglio 2016
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ALGHERO. L’accordo firmato recentemente tra la Regione, i Comuni di Alghero, Sassari e Olmedo, Abbanoa e i riferimenti istituzionali del territorio, per l’utilizzo delle acque reflue in agricoltura del depuratore fognario della zona industriale di San Marco, ha ricevuto un sonoro “no grazie” da parte dei comitati delle borgate della Nurra, Maristella, Sa Segada-Tanca Farrà e Guardia Grande.

All’incontro era presente anche l'assessore Raimondo Cacciotto che si è affrettato a precisare che la posizione del Comune di Alghero, in quell’accordo Regione, Comuni e Abbbanoa, ha una funzione di “vigilanza” in relazione al progetto di sperimentazione sull’utilizzo dei reflui. Nel corso della riunione è stato evidenziata con forza «la fallimentare esperienza dell'utilizzo dei reflui nel 2011 che venne subito sospesa per evidenti problemi acclarati dalla Provincia».

Oltre ai rappresentanti delle borgate nel corso dell’incontro sono intervenuti anche tecnici esperti del settore depurazione. Secondo il geometra Cadinu, consigliere tecnico della maggioranza, «il depuratore di San Marco è un’opera nata male dal punto di vista della programmazione e non assoggettata ai regolamenti di legge, e necessiterebbe di ulteriori investimenti per renderlo idoneo all’utilizzo dei reflui in agricoltura: allo stato attuale, l’assenza di bacini di miscelazione non ne consente l’utilizzo».

Per il chimico Enrico Muttoni «l’affidabilità del depuratori è al 99 per cento, ciò significa che quattro giorni l’anno non funzionano, oltre agli innumerevoli problemi quotidiani che solo chi ha lavorato in un impianto può testimoniare, il progetto dell’utilizzo dei reflui depurati di San Marco, sia se conforme sia se non conforme alla legge, è negativo poiché vi sono elementi che non vengono comunque depurati e accumulabili nel terreno, come il sale da cucina, con danni che, a lungo termine, possono essere incalcolabili».

Chiara Rosnati, già assessore comunale all’Ambiente, ha ricordato la fallimentare sperimentazione fatta a Cagliari cinque anni fa. Ha ribadito che il depuratore non depura da tutti gli elementi potenzialmente pericolosi e i danni ai suoli possono essere ingenti. Alla tavola rotonda delle borgate era presente anche il capogruppo del Pd in consiglio comunale, Mimmo Pirisi: «L’utilizzo dei reflui può avvenire nei tre-quattro mesi estivi, dopo adeguati interventi tecnici, quindi lo scarico sul Filibertu e sul Calik, continuerà ugualmente e i problemi della marea gialla, rimarranno pressoché gli stessi, danneggiando ancora di più lo stagno che in questi ultimi anni ha visto compromesso l’intero ecosistema». Per il consigliere comunale il tema va affrontato tenendo conto degli aspetti, comprese le esigenze degli agricoltori della Nurra

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