La Nuova Sardegna

Alghero

«Senza casa e lavoro, mi porteranno via i figli»

di Gian Mario Sias
«Senza casa e lavoro, mi porteranno via i figli»

Il grido d’aiuto di una mamma disperata che racconta il suo “normale” dramma Lo sfratto previsto il 30 settembre, la battaglia per difendere i suoi bambini

30 agosto 2016
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ALGHERO. La sua storia è anche quella dei suoi figli, da cui rischia di doversi separare. Perciò niente nomi, per il bene dei bambini e di una donna che si dice pronta a tutto, pur di scongiurare questa eventualità. «Non potrei sopportare che mi vengano portato via», premette disperata. Questa eventualità è solo l’epilogo di una storia senza fortuna. Senza colpevoli e senza vittime, ma che rischia di squassare l’esistenza fragile di una famiglia che si regge solo sull’amore incondizionato di un marito per sua moglie e viceversa, e sull’amore per i due figli.

«Di punto in bianco io e mio marito ci siamo ritrovati senza lavoro e, di conseguenza, senza una casa», racconta la donna. Con grande senso della dignità e senza voler pesare su nessuno, la coppia ha preso in considerazione l’ipotesi di emigrare. «Siamo andati in Brasile», dice. È il Paese dal quale proviene. «Ci siamo stati per poco tempo – ricorda – perché la mia prima bambina, una volta lì, è diventata inappetente, non mangiava nulla e così siamo dovuti ritornare». La famigliola è tornata nella Riviera del corallo e si è sistemata nella casa dei genitori del capofamiglia. «Sotto casa dei miei suoceri abitava un’anziana signora – racconta la donna – purtroppo si è ammalata gravemente, è stata ricoverata, con dispiacere sapevamo che non sarebbe più rientrata in quell’appartamento». Si tratta di una casa di proprietà dell’Area, il braccio operativo della Regine in tema di politiche abitative.

«Con mio marito abbiamo deciso di occuparla, e ormai ci abitiamo da quasi due anni», riferisce. Sulle loro spalle gravano diversi sfratti. «Uno è già esecutivo, e potrebbe concretizzarsi in settembre». «Ora non so come fare, ho provato a cercarne una, ma gli affitti sono troppo cari – spiega – e non avendo un lavoro fisso è impossibile fornire le garanzie richieste». La madre brasiliana d’origine e algherese d’adozione, a questo punto, vorrebbe rimanere nella casa in cui si trova. Nessuna polemica, sa di essere in torto, di aver occupato quella casa senza averne diritto, ma solo lei sa quanto dolore le ha provocato dover prendere quella decisione, figlia di rovesci di cui avrebbe fatto volentieri a meno. «Lo sfratto è fissato per il 30 settembre. Il 26 i servizi sociali potrebbero intervenire e iniziare a portare via da lì il figlio più piccolo. Ma di questa possibilità, neanche a parlare. «Meglio morta che senza miei figli».

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