La Nuova Sardegna

Alghero

Camera mortuaria in tilt: il personale è insufficiente

di Gian Mario Sias
Camera mortuaria in tilt: il personale è insufficiente

Uno degli addetti è assente per malattia, altri due costretti a turni massacranti I sindacati denunciano: «C’è il rischio di interruzione di un pubblico servizio»

11 ottobre 2016
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ALGHERO. Ad Alghero non c’è mai pace, neanche da morti. Se fino a una settimana fa il problema sembrava la penuria di loculi e la situazione del cimitero, ora scoppia la grana della camera mortuaria dell’ospedale civile. Perché se è un problema quando una città non ha più posti per seppellire i propri cari, figuriamoci il caos se non c’è più nessuno, o quasi, che possa occuparsi dei defunti neanche nel difficile, pietoso, momento del trapasso. A denunciare una situazione ai limiti del paradosso sono le segreterie territoriali di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl. «La carenza di personale nelle camere mortuarie è grave, se non si corre ai ripari c’è il rischio di incorrere nell’interruzione di pubblico servizio», è l’allarme sollevato congiuntamente, a nome delle tre organizzazioni sindacali, da Salvatore Mario Terrosu, Antonio Monni e Dario Cuccuru, che la sanità locale la conoscono bene. «Abbiamo più volte denunciato e segnalato la difficile situazione organizzativa dell’Asl di Sassari sul piano delle gravi carenze di personale, a iniziare dalle unità operative di Medicina e Chirurgia, dove gli operatori sono costretti a fare i salti mortali per garantire un’adeguata assistenza ai cittadini bisognosi di cure e prestazioni sanitarie», precisano i tre sindacalisti. Secondo loro, quello che sta succedendo nella camera mortuaria di Alghero è comunque un fatto straordinario, «incredibile», come affermano con una certa irritazione. «In organico ci sono tre operatori socio-sanitari, ma uno di loro è assente da lungo tempo per problemi di salute – spiegano Terrosu, Monni e Cuccuru – perciò gli altri due dipendenti sono costretti a barcamenarsi come possono per garantire il funzionamento del servizio». Gli operatori sono «obbligati a coprire turni di dodici ore giornaliere per garantirsi il riposo settimanale, in estate hanno rinunciato a due settimane di ferie e si sono limitati a una sola settimana di riposo, durante la quale il collega ha dovuto coprire il servizio da solo, in barba alle più basilari norme in materia di orario di lavoro». Secondo le tre sigle che fanno capo ai sindacati confederali, la situazione rischia di diventare esplosiva. «È inaccettabile che la Asl di Sassari non trovi una soluzione immediata – lamentano i rappresentanti dei lavoratori – e a nulla son servite le segnalazioni e le interlocuzioni con le varie articolazioni organizzative, a iniziare dal direttore del presidio ospedaliero di Alghero, dal responsabile del personale e dalla dirigente del servizio delle professioni sanitarie». Anzi, quegli incontri, «oltre a produrre un nulla di fatto, hanno fatto emergere la totale impotenza da parte loro e l’impossibilità di dare delle risposte – sottolineano Salvatore Mario Terrosu, Antonio Monni e Dario Cuccuru – a causa della famigerata delibera che stabilisce il blocco del turnover e del contenimento dei costi del personale». Insomma, è la loro amara chiosa, «neanche i defunti sono esenti dai tagli indiscriminati».

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