«Quel cemento protegge la villa romana»
Replica della responsabile della Soprintendenza Daniela Rovina agli ambientalisti di Porto Conte
ALGHERO. «Quello per cui si indignano non meglio definiti ambientalisti e amanti dell’ambiente di Porto Conte non è una colata di cemento, ma un guscio realizzato con rete plastica ricoperta di malta per proteggere le strutture archeologiche che si trovano sulla piccola spiaggetta». A risolvere il “caso” sollevato dalla documentazione fotografica e annesse lamentele di alcuni cittadini, che pur non appartenendo a nessun gruppo in particolare si ritengono ambientalisti ed erano stati mossi a tanta indignazione solo dall’amore per il territorio, è la soprintendente archeologica, belle arti e paesaggio per le Province di Sassari, Nuoro e Olbia Tempio, Daniela Rovina. «Durante le frequenti e violente mareggiate, quelle strutture sono continuamente erose e pesantemente danneggiate – spiega – senza i gusci che le ricoprono, le murature archeologiche sarebbero state da tempo distrutte». Probabilmente, è la considerazione non senza un destinatario, «senza suscitare l’indignazione di nessuno». Precisazione per precisazione, «i gusci coprono e proteggono le strutture archeologiche da oltre dieci anni, e vengono periodicamente ripresi e integrati perché l’azione del mare li consuma al posto delle strutture stesse», prosegue la soprintendente. «Nel corso di questi lunghi anni nessuno si era finora indignato, e anzi l’estetica delle coperture è sempre stata apprezzata – insiste Daniela Rovina – evidentemente gli “amanti dell’ambiente di Porto Conte” non hanno frequentato la zona fino a tempi molto recenti». E tanto per puntualizzare ancora, «l’ultimo intervento di restauro delle strutture, di risistemazione dei gusci e della recinzione dell’area archeologica è stato realizzato la primavera scorsa dalla ex Soprintendenza Archeologia della Sardegna con finanziamento ministeriale e progetto redatto e diretto da un architetto della ex Soprintendenza Beap di Sassari e Nuoro», prosegue la spiegazione della dirigente. «Ahimè per i signori ambientalisti», è la replica piuttosto piccata, quell’opera è stata realizzata «con tutte le necessarie autorizzazioni». Quanto alla richiesta di una maggiore valorizzazione della villa, «è del tutto evidente che non si può valorizzare senza proteggere – conclude Daniela Rovina – in una situazione davvero difficile di aggressione sia dalle mareggiate che dai cinghiali che scalzano la recinzione». (g.m.s.)