Alghero "Capitale della cultura 2018", le audizioni
di Gianni Olandi
A Roma la delegazione guidata da Mario Bruno dovrà convincere il ministero dei Beni culturali a scegliere la città tra le dieci finaliste
10 gennaio 2017
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ALGHERO. Oggi 10 gennaio a Roma, nella sede del ministero dei Beni Culturali, Alghero sarà sottoposta a una sorta di esame, di selezione, in previsione della assegnazione del prestigioso titolo di “Città della Cultura” per il 2018. Un riconoscimento di valore assoluto che potrebbe rappresentare una valida spinta per una ripresa anche sotto l’aspetto economico. La legge istitutiva “Art Bonus”, infatti, assegna alla città titolata un milione di euro oltre a una serie di facilitazioni per quanto riguarda la capacità di spendita oltre il patto di stabilità. Oltre naturalmente al prestigio che tale assegnazione comporterebbe in ambito nazionale. La delegazione algherese sarà guidata al sindaco Mario Bruno e ne faranno parte l’assessora regionale alla Cultura, Claudia Firino; la delegata alla Cultura e Turismo del Comune, Gabriella Esposito; il segretario generale dell’ente Luca Canessa con i dirigenti dei settori Programmazione, Finanze e Bilancio, Salvatore Masia e Pietro Nurra; il presidente della Fondazione Meta, Paolo Sirena. Con loro i rappresentanti istituzionali della Fondazione di Sardegna, Graziano Milia; Joan-Elies Adell della Generalitat de Catalunya; Filomena Cappiello, responsabile regionale dell’Associazione nazionale famiglie numerose.
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Le audizioni del ministero riguardano tutte le città candidate in questa sorta di finale. Oltre ad Alghero sono in lizza Aquileia, provincia di Udine; Comacchio, provincia di Ferrara; Ercolano, provincia di Napoli; Montebelluna, provincia di Treviso; Palermo, Sicilia; Recanati, provincia di Macerata; Settimo Torinese, provincia di Torino; Trento, Trentino Alto Adige, e l’Unione dei Comuni Elimo Ericini (Buseto Palizzolo, Custonaci, Erice, Paceco, San Vito Lo Capo e Valderice) in provincia di Trapani.
Alghero si presenta con uno straordinario bagaglio di offerta culturale che ne fa un esempio quasi unico a livello nazionale. A cominciare dalla sua specificità linguistica. La lingua parlata è il catalano e non è un caso che all’incontro romano sia presente il rappresentante della Generalitat di Catalogna, Joan Adell, quasi a fornire una certificazione dell’incrocio di culture che per secoli si sono incontrate tra i bastioni della Alguer Vella.
In tema di cultura ambientale la Riviera del Corallo vanta un palmares unico: il complesso carsico di Capo Caccia con le grotte di Nettuno, la riserva marina dell’Isola Piana, e il Parco di Porto Conte. Per quanto riguarda la riserva regionale di Tramariglio, vale la pena sottolineare lo straordinario lavoro di ricerca anche storica sulla vita nella colonia penale . Ma all’ombra della Torre di Porta Terra emerge anche la sede della facoltà di Architettura dell’Università di Sassari che negli ultimi anni ha raccolto riconoscimento nazionali a livello assoluto.
Anche la cultura dell’impresa ha rilievi non secondari : Alghero inventa il turismoin Sardegna, già negli anni Sessanta venne definita la Porta d’Oro del turismo sardo, e in tempi più recenti il Capodanno in piazza, un esempio seguito negli anni in tutta l’Isola con risultati soddisfacenti ovunque.
Al sistema museale appena messo a regime e in grado di fornire in prospettiva maggiori soddisfazioni, vanno aggiunti i siti archeologici cone la necropoli di Anghelu Ruju, la villa romana di Sant’Imbenia, il villaggio nuragico di Palmavera.
Un bagaglio decisamente pesante che rende autorevole la candidatura di Alghero a Città della Cultura del 2018.
