La Nuova Sardegna

Alghero

Monte Carru, residence dimenticato dal Comune

di Gian Mario Sias
Monte Carru, residence dimenticato dal Comune

Il 19 parte della lottizzazione (62 appartamenti) andrà all’asta per la terza volta I proprietari chiedono gli interventi che consentiranno di ottenere l’agibilità

02 settembre 2017
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ALGHERO. Alcuni avevano preteso garanzie fideiussorie con cui hanno ricomprato la casa senza ripagarla. Qualcuno, innamorato del posto, ha messo mano al portafoglio per la seconda volta. La maggior parte ha mollato la presa. E la paradossale vicenda della lottizzazione di Monte Carru è caduta nell’oblio perché ormai interessa solo a pochi. Il lieto finale, per dirla tutta, non interessa certo a quell’entità quasi astratta che tutti evocano come il vero potere della città: i costruttori algheresi, un ristretto gruppo di imprenditori cui – a torto o a ragione – si addebitano le scelte politiche fatte negli ultimi decenni. Il 19 settembre l’oasi residenziale di Monti Carru andrà all’asta per la terza volta. Le prime due sono andate deserte. Monti Carru è una collina a 60 metri sul livello del mare, una deliziosa terrazza sul golfo di Capo Caccia. Una lottizzazione di 24 ettari, villette a schiera nascoste nel verde, lungo la strada di Carrabufas, a pochi tornanti dal centro abitato. Tra lungaggini e burocrazie, una decina di anni fa iniziano i lavori. L’area viene divisa in comparti, si inizia a costruire nei primi quattro, che ne occupano la metà. La lottizzazione è convenzionata, l’impresa si impegna a realizzare le opere di urbanizzazione, il Comune a prenderle in carico una volta fatte. I costruttori pagano una fideiussione al Comune e lo mettono in condizione di realizzare i lavori in caso di inadempienza. Inizialmente la rete idrica e fognaria deve passare lungo le proprietà, una variante approvata dal Comune autorizza il collegamento alla rete fognaria sulla strada di Carrabuffas. Viene fuori che la strada è consortile e il Comune non poteva autorizzare quei lavori. Inizia il braccio di ferro. Il tribunale da ragione all’impresa, ma l’appello del consorzio Carrabuffas, partecipato al 49 per cento dal Comune, ferma i sogni degli acquirenti. Oggi Monti Carru è divisa in due. Da una parte ci sono dodici appartamenti e un resort, realizzato con altre trentasette casette. Dall’altra ci sono settanta appartamenti, metrature variabili, tutti bellissimi, ottime finiture, verande con vista su Capo Caccia. Quasi tutti vuoti. Solo otto sono stati venduti. Per questo il grido dei proprietari non arriva agli amministratori comunali e ai curatori fallimentari. Eppure chiedono solo di diventare cittadini come gli altri: qua, per via di questioni di cui non hanno alcuna colpa, nessuno completa la strada, e non possono allacciarsi alla rete idrica e fognaria, né a quella dell’illuminazione. Senza, quelle case non sono agibili. E hanno bisogno di pozzo e autospurgo. La speranza è che il nuovo bando d’asta a prezzi stracciati attiri molti acquirenti. In modo che le loro richieste, pacate e sacrosante, possano essere ascoltate.

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