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capodanno e veleni 

Salaris e Conoci: «L’assessora si scusi»

ALGHERO. «L’affermazione dell’assessora Esposito, secondo cui chi ha amministrato in passato lo ha fatto offuscando l’immagine della città per piccoli ma ricchi tornaconti personali, è una...

11 gennaio 2018
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ALGHERO. «L’affermazione dell’assessora Esposito, secondo cui chi ha amministrato in passato lo ha fatto offuscando l’immagine della città per piccoli ma ricchi tornaconti personali, è una diffamazione bella e buona, perciò dimostri di essere in grado di argomentare le sue accuse davanti all’autorità giudiziaria o chieda immediatamente scusa». Da esponenti dell’opposizione, ma soprattutto da ex assessori ai tempi in cui ad Alghero governava il centrodestra, Mario Conoci e Maria Grazia Salaris, oggi rispettivamente con Psd’Az e Ncd, non ci stanno. «Se non è dimostrata, quella dichiarazione è diffamante, perciò delle due l’una – dicono i due politici algheresi – o lei è in grado di dimostrare ciò che afferma, e in tal caso la invitiamo a formulare alle autorità competenti una denuncia dettagliata con nomi e fattispecie concrete, oppure, avendo lei superato i limiti del normale dibattito politico, coinvolgendo la onorabilità di persone ben identificate, dovrebbe semplicemente avere l’umiltà di chiedere scusa». Secondo Conoci e Salaris, «avere la forza di chiedere scusa quando si sbaglia non è indice di debolezza ma il modo per recuperare quella forma civile, abbandonata dall’assessore, di condurre il dibattito politico». Gabriella Esposito, è la loro convinzione, «ha coinvolto così, senza guardarsi attorno, con una accusa diffamante, persone che non sono state mai nemmeno sfiorate da indagini giudiziarie o perquisizioni domiciliari, per le quali mai è stato chiesto un rinvio a giudizio e quindi nemmeno mai sottoposte a processi di alcun tipo». In attesa che «gli algheresi si esprimano sull’operato amministrativo di ognuno – è la conclusione – l’assessora eviti di farsi prendere la mano addentrandosi in accuse prive di fondamento che portano inevitabilmente dal campo politico a quello giudiziario». (g.m.s.)

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